Zoo, il telefilm dove gli animali si vendicano sugli umani
Il 12 ottobre è andato in onda su Rai4 la serie televisiva Zoo, tratta dall’omonimo romanzo scritto da James Patterson e Michael Ledwidge.
Gli eventi seguono un What If: cosa succederebbe se gli uomini da dominatori del pianeta diventassero le nuove prede?
Almeno nelle prime due puntate tutto si svolge in quattro location: il Botswana, Los Angeles, Parigi e la Slovenia.
In Botswana la guardia safari Jackson Oz (James Wolk) vive in un’ordinaria amministrazione fatta di controlli dei leoni e allontanamento dei cacciatori di frodo. Tutto cambia quando cinque leoni fanno gruppo e attaccano dei turisti. Ventidue morti, solo una superstite, la francese Chloe Tusignant (Nora Arnezeder) che ritroveremo poi a Parigi nella sede dei servizi segreti francesi. Gli animali si stanno organizzando per uccidere, alterando il comportamento normale: solitamente i branchi sono formati da leonesse e al massimo due leoni maschi, uccidono per mangiare o reagire a una minaccia, ma stavolta si parla di attacco volontario con ferite inferte per uccidere lentamente e dolorosamente.
Anche a Los Angeles due leoni scappati dallo zoo hanno ucciso degli uomini, e la giornalista Jamie Campbell (Kristen Connolly) perde il lavoro pur di dare la caccia alla multinazionale Raiden Global; secondo lei questa sarebbe alla base di vari fenomeni collegabili a esperimenti e al trattamento di mangimi con pesticidi chimici tossici.
Insieme al veterinario professore Mitch Morgan (Billy Burke) si troverà però in mezzo a un comportamento anomalo di gatti che spariscono improvvisamente e si organizzano, come se avessero in mente qualcosa.
Ma gli animali si comportano stranamente anche in Slovenia, dove un gruppo di cani attira persone ignare e incaute in posti bui per attaccarle e sbranarle.
Chi c’è dietro? La Raiden Global con i suoi pesticidi? Oppure è una svolta evolutiva, come dice il padre di Jackson Oz, il professore le cui teorie sugli animali che reagiscono alla distruzione del pianeta perpetrata dall’uomo gli sono costate il posto ad Harvard?
Due sono i temi principali riscontrabili in questa serie, che possono portare a due cause di questa pandemia animale: la ribellione della natura o le conseguenze di esperimenti oscuri di una multinazionale.
Per quanto riguarda la causa naturale, ricordo il film E venne il giorno del 2008, in cui gli alberi di una determinata zona, prima la east coast americana, poi la Francia, emettono delle spore che intaccano il sistema nervoso umano e conducono le persone a suicidarsi. La guerra ambiente-uomo è un tema che ricorre più volte nel cinema e nella televisione, anche Jurassic Park insegna che non si scherza giocando a fare Dio, ma questo esempio vale come traghetto per arrivare al secondo tema. Infatti Jurassic Park tratta sì di questo binomio, ma in mezzo ci sono le multinazionali.
Forse le grandi industrie come nemiche dell’umanità sono un tema da complottisti, ma ha generato cult movies come Resident Evil, dove la Umbrella Corporation ha creato un virus destinato a sterminare l’umanità trasformando tutti in zombie (in dirittura d’arrivo l’ultimo capitolo della saga).
Quale che sia la risoluzione di questa serie, dovremo aspettare la fine di 13 episodi. Considerando che Rai4 ne manda in onda due a serata, in meno di sette settimane sapremo se la causa è l’evoluzione spontanea o se l’abbiamo causata noi con la sete di potere, soldi e creazionismo. Siamo destinati a cadere in rovina o l’autodistruzione ce la stiamo causando noi?
Manilyn Monfredo
Laureata in Relazioni Pubbliche all’Università di Udine, attualmente è stud.ssa del master in Valorizzazione Turistica dei Beni Ambientali e Culturali. Ha collaborato col Messaggero Veneto e attualmente scrive, oltre che per Cultora, su un suo blog personale culturale. Ama la musica (ha infatti frequentato il corso musicale al liceo Stellini di Udine), i libri e il teatro. Motto: prima vivi, poi scrivi.