Volete investire? Lasciate stare la finanza e comprate libri antichi
Avete da parte qualche migliaio di euro da investire e non vi fidate del sistema bancario? Non conoscete bene le dinamiche che regolano la finanza e, reduci dalla visione del film La grande scommessa, la vostra sfiducia è ai massimi livelli?
Abbiamo la soluzione che fa per voi. Investite in libri antichi e manoscritti.
Non siamo impazziti, non si tratta di una proposta romantica per sostenere il mondo culturale e letterario ma di una constatazione che nasce analizzando precisi dati e fattori economici come bisognerebbe sempre fare quando si vuole realizzare un investimento.
“Aste da record da Sade a Svevo se i manoscritti sono i nuovi bot” titolava qualche giorno fa Raffaella De Santis in un’inchiesta per la Repubblica.
Perché i manoscritti e i libri antichi, specie le prime edizioni, sono beni rifugio che non si svalutano, anzi, con il passare degli anni, acquistano di valore. Un investimento in economia reale privo di rischi, indipendente dall’andamento dei mercati finanziari e che – permetteteci anche una punta di romanticismo – ha un valore intrinseco di tutt’altro genere rispetto a un titolo di stato o una obbligazione.
“c’è crisi ovunque, ma non nel mercato delle aste di cimeli letterari – scrive la De Santis su la Repubblica – Lì, anzi, gli affari vanno a gonfie vele e gli acquirenti in cerca di forme alternative di investimento, sono disposti a sborsare cifre a più zeri per assicurarsi un manoscritto o una prima edizione. Ogni giorno nelle case d’asta parigine o londinesi di Sotheby’s e Christie’s, o in quelle italiane di Minerva e Bolaffi, vengono battuti pezzi pregiati che vanno a finire nelle mani di collezionisti con l’amore per la cultura e e il fiuto per il business”.
Ma facciamo qualche cifra per comprendere i numeri di questo mercato.
Un libro antico ha una rivalutazione che va dal 15% al 30% rispetto al prezzo iniziale ogni dieci anni e un autografo può addirittura raddoppiare il proprio valore. È il caso de Il porto Sepolto di Ungaretti stampata nel 1916 in 80 copie di cui un esemplare è stato venduto anni fa per 25 milioni di lire e oggi vale 30.000 euro.
Recentemente a Parigi è avvenuta l’asta della biblioteca del mecenate francese Pierre Bérge – conosciuto ai più per essere stato il compagno di Tves Saint Laurent – in cui, grazie alla vendita di scritti di De Sade, Stendhal, Flaubert, sono stati incassati 11 milioni e 680 mila euro, il manoscritto dell’Educazione sentimentale di Flaubert è stato venduto per 587.720 euro.
Per chi volesse realizzare investimenti su una fascia di prezzo minore ci sono le lettere dei grandi autori. Quelle di Leopardi valgono da 15 a 40.000 euro, Manzoni 5-7000 e Foscolo 2-3000, investimenti non troppo alti ma sicuri. Pensateci.