Un progetto vittoriano
Succede che una ragazzina di quattordici anni, innamorata di Salgari e delle storie d’avventura in generale, decida di mettere mano alla penna e scrivere su una serie di quadernini a quadretti la storia di due ragazzini. Come lei. Ma distanti da lei almeno un secolo.
Siamo alla fine degli anni ’70. La ragazzina possiede una Olivetti portatile, ma le piace scrivere ovunque, in qualsiasi momento la sua vita di allieva del liceo classico, di figlia e di sorella maggiore le lasci libero. Quindi penna e foglio, per cominciare. La storia che immagina sorge, sulla scia delle letture salgariane, nell’India del 1880 circa, a Calcutta, sui ghat affollati sul fiume Hugly. I suoi protagonisti sono diversissimi tra loro. Uno è un adolescente biondo e lentigginoso, scozzese, trascinato nella calura della foce del Gange da un padre avvocato e vedovo. L’altro sembra un mendicante come tanti, se non fosse per gli occhi. Capelli scuri, pelle scura. Ma le iridi hanno un colore impossibile, dorato, simile a quelle delle tigri. Nella fantasia di quella ragazzina di fine anni ’70, è stato soprannominato Tiger e ha una storia difficile e dolorosa alle spalle. È nato da un amore proibito tra una giovane nobildonna inglese e un indigeno. Un mezzosangue che, per tutta la vita, dovrà combattere contro il pregiudizio razzista. La ragazzina scrive, scrive, scrive. Alla fine i quaderni accumulati sono sei, fitti di una grafia sgraziata e di una scrittura acerba.
Ha cominciato a ribattere sulla macchina da scrivere i capitoli. E mano mano che li produce li spedisce a una parente in Sudafrica. La prima lettrice di quell’autrice in erba. Una lettrice entusiasta che le chiede di andare avanti perché la storia l’appassiona, la sente reale, lei che vive in un paese dove vige l’apartheid e dove le unioni miste sono uno scandalo imperdonabile. Ma l’ispirazione si esaurisce. Inutili gli appelli della zia, costretta a rimanere sospesa insieme alla storia. La ragazzina si appassiona ad altre cose, ad altri personaggi. I quaderni restano lì, abbandonati in un cassetto. Per anni, tanti.
Ne sono trascorsi 36. Una vita. Ma l’adolescente biondo e lentigginoso e il giovanissimo mezzosangue non ci stanno a rimanere nel limbo dei personaggi incompiuti (questa definizione è una citazione da “Ne sarà valsa la penna?”, romanzo di Tommy Rose autoprodotto in ebook, lo trovate su Amazon). E l’autrice, ormai cresciuta (o invecchiata, se preferite) ha deciso di ascoltare la loro voglia di raccontarsi. Ci sta lavorando con una maturità e una capacità di documentazione che allora non poteva avere, ma mantenendo lo spirito della prima stesura.
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