Un Doodle per Alessandro Volta
Un doodle semplice, per celebrare una delle innovazioni più importanti del XIV secolo: la pila.
Di fatto una normale animazione e poco più, il cui significato è chiaro: 270 anni fa è nato Alessandro Volta, colui il quale per primo comprese l’importanza dell’accumulo dell’energia tramite meccanismi chimici in grado di generare elettricità.
Google gli rende omaggio dedicandogli un logo ad hoc sulla propria homepage.
L’animazione esemplifica in modo chiaro quella che fu la struttura messa in piedi dallo stesso Volta: una serie di dischi sovrapposti (messi in pila, di qui il nome della pila di Volta), preferibilmente in Zinco e Rame per le proprietà specifiche dei due metalli, sono in grado di generare una differenza di potenziale tale da creare la carica che configura l’accumulo generato. Di fatto si trattava dell’antesignana delle attuali batterie e, oggi più di allora, il problema rimane tra quelli più difficilmente risolvibili dal mondo della tecnologia: come accumulare energia in modo efficiente?
Nei giorni scorsi Tesla ha promesso investimenti per creare accumulatori per le abitazioni: i passi compiuti rispetto alla Pila di Volta sono stati enormi, ma non quanto sufficiente per fare degli accumulatori un elemento in grado di sostituire la tradizionale gestione dell’elettricità che lega indissolubilmente l’istantaneità del processo produzione/consumo. Per questo motivo il problema degli accumulatori rimane oggi come allora, ma in virtù di ambizioni accresciute (dai piccoli elettrodomestici alle moderne automobili).
L’annuncio ufficiale alla Royal Society, che attribuisce una datazione ufficiale alla scoperta della pila, è quella del 20 marzo 1800. Volta la battezzò ai tempi “organo elettrico artificiale”.
Le sue memorie, le immagini, le scoperte e i cimeli sono testimoniati sull’apposito sito www.alessandrovolta.it del “Centro Cultura Scientifica Alessandro Volta”.
Volt, l’unità di misura utilizzata per la differenza di potenziale, prende il nome proprio da Alessandro Volta ed è forse questo il massimo riconoscimento che lo scienziato poteva ricevere: più delle onorificenze avute da Napoleone in persona o dai titoli conferiti dall’Università, dare il nome all’unità di misura fondamentale dell’elettricità è ciò che ne assicura perpetua memoria.
Il mondo della fisica ha spesso usato le unità di misura proprio per celebrare i grandi ricercatori della storia. L’esempio di Volta non è infatti isolato: André-Marie Ampere ha dato il nome all’unità di misura dell’intensità della corrente elettrica, James Prescott Joule all’unità di misura del lavoro, Charles Augustin de Coulomb all’unità di misura della carica elettrica e molti altri ancora.
La scoperta di Volta è del resto una delle più note, tra le prime raccontate sui banchi di scuola, tra quelle più celebri nel contesto del genio italiano.
Volta, del quale Google ricorda oggi la nascita del 18 febbraio 1745, va ricordato tuttavia anche per altre celebri scoperte: quella del Metano, anzitutto, identificato quasi casualmente grazie al puro spirito di osservazione del ricercatore; o l’elaborazione delle prime teorie fondamentali che legano la temperatura di un gas al suo volume.
Si tratta di ricerche di profondo impatto concreto, frutto di lunghi studi teorici e di una grande capacità sperimentale. Sebbene i più giovani non lo ricordino più, per tutti gli altri Alessandro Volta ha anche un ulteriore risvolto nostalgico: era suo il volto sulle diecimila lire.
Redazione
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