Tra vegetazione e giochi di luce, gli architetti italiani fanno scuola nel mondo
Fin dall’epoca latina, gli architetti italiani sono stati assolutamente influenti sul piano internazionale, e ancora oggi la loro importanza è cruciale. D’altra parte, l’architettura contemporanea italiana continua a regalare interessantissimi spunti, ripresi da vari architetti in tutto il mondo.
Un esempio rilevante è il Bosco Verticale di Stefano Boeri: si tratta di due originali grattacieli costruiti nel quartiere di Milano Porta Nuova Isola. In questi edifici, gli appartamenti appaiono come case sull’albero dotate però di tutti i comfort, all’interno di uno dei più tradizionali paesaggi urbani d’Europa.
I balconi di questa bizzarra creazione architettonica sono stati rinforzati per sostenere il peso di una quantità considerevole di vegetazione; si sono compiuti vari test al fine di controllare la resistenza al vento degli alberi più alti, in caso di forte maltempo. Boeri ha scelto per il suo Bosco Verticaleun’ampia varietà di piante decidue a crescita lenta, come ciliegi, lecci, aceri, faggi, che richiedono anche meno luce solare, specie nella parte dei grattacieli esposta a nord. Il vantaggio portato da piante di questo genere risiede anche nel fatto che durante l’inverno esse diffondono un calore naturale negli appartamenti, mentre in estate il fogliame rende gli spazi più freddi di quanto sarebbero in condizioni normali. In questo modo l’aria condizionata diventa necessaria sono nei giorni più caldi.
La creazione di Boeri è già stata di ispirazione per architetti di altre nazionalità. Il vietnamita Vo Trong Nghia ha riprodotto strutture simili nella città di Ho Chi Minh, dove soltanto lo 0,25% del tessuto urbano comprende spazi verdi. La sua Casa sull’Albero è una rielaborazione dell’idea di Boeri, seppure più modesta, a minor costo e più facilmente replicabile. La casa è costituita da cinque padiglioni sviluppati intorno ad un cortile, a cui si accede attraverso vetrate scorrevoli. Alcuni ponti collegano il bagno con le camere da letto al piano superiore. I padiglioni ospitano vari esemplari locali di fico beniamino, le cui foglie, crescendo, creano una tettoia sul cortile, ottenendo così uno spazio d’ombra utilizzabile tutto l’anno. “La Casa sull’Albero – ha dichiarato Vo Trong – rappresenta un modo per riportare l’uomo alla natura”.
Accanto a Stefano Boeri, un altro architetto italiano che fa parlare di sé ormai da decenni è Renzo Piano. I suoi progetti non sono stati sempre apprezzati dalla critica, eppure l’architetto continua a elaborare edifici sorprendenti in moltissimi Paesi. Il più recente è un centro di ricerca neuroscientifica della Columbia University di New York, da poco portato a termine. Come già in altre sue precedenti creazioni, Piano ha messo al centro la luce, attraverso un utilizzo preponderante del vetro. Le creazioni di Piano si trovano ormai in tutto il mondo, dal Centre Pompidou di Parigi agli uffici di Hermès a Tokyo.