Sotto “processo” il liceo classico. Ha senso studiare latino e greco nell’era 2.0?
Sono giorni difficili per l’ultimo baluardo della cultura classica messo sotto ‘’processo’’ al Teatro Carignano di Torino. L’imputato è stato assolto perché ”il fatto non sussiste”, ma ha bisogno di essere riformato. Ci si domanda se un’istituzione che risponde a delle logiche diverse rispetto a quelle dominanti negli anni del cyberspazio e dell’algoritmo, non debba essere considerata obsoleta e per questo costretta all’estinzione.
Il dibattito ha visto eminenti voci contrapporsi. Tra tutte l’economista (e tecnoentusiasta) Andrea Ichino punta il dito contro il più tradizionale dei licei accusandolo di non essere al passo con la modernità, e per questo ingannevole ed inefficiente. Ichino nella sua imputazione ricorda come Paesi quali la Germania e la Francia hanno deciso di abolirlo, e riescono a reagire alla crisi in modo migliore di noi. I dati parlano chiaro, in Italia il 70 per cento degli adulti non è in grado di analizzare informazioni matematiche contro il 52 per cento degli altri Paesi europei. Un’analisi triste a parere dell’economista, che dovrebbe portare ad una scelta: “studiare i mitocondri, dove si ritiene ci sia l’origine della vita di tutto il pianeta, o l’aoristo passivo e le origini della nostra cultura?”. Dall’altro lato Umberto Eco continua ad essere uno strenuo sostenitore della formazione classica. Per lo scrittore e semiologo la conoscenza del patrimonio umanistico è un valore indispensabile se si vuole preservare la storia e la memoria. Quello che manca per Eco è la pedagogia dell’insegnamento; è la preparazione dei nostri insegnati che fa la differenza. Le due tesi contrapposte sono state confutate ed avallate da numerosi testimoni d’eccellenza, nel tentativo di trovare una risposta all’eterna diatriba tra umanesimo e scienze esatte.
Chiedersi ‘’a che cosa serve’’ studiare una lingua morta come il greco è una domanda inutile oltre che svilente, perché ridurre la cultura ad utilità vuol dire ucciderne la stessa essenza. Si potrebbe invece pensare ad un cambiamento radicale del liceo classico, senza mortificarne la natura.
Caro Ichino, pensi a quanto possa essere consapevole e competitivo un ragazzo che studia Economia e parla il tedesco, ma sa anche riconoscere la bellezza nei versi di Saffo e la modernità delle parole di Sofocle?
Francesca Bianchini
Nata a Roma 24 anni fa , ho origini lucane. Mi sono laureata in Giurisprudenza alla LUISS Guido Carli di Roma con una tesi in Diritto dei Media. Ho collaborato con la rivista on-line ”Ciao Cinema” e con giornali universitari. Guardo al futuro con gli occhi del viaggiatore avido di esplorare nuove mete. La prima tappa del mio percorso professionale è in Sky Italia, per la quale sto attualmente lavorando. Trovo rifugio nel cinema e nell’arte e gli sono devota per avermi insegnato che la realtà non è solo frutto della percezione, e che dietro ogni bellezza c’è poesia.