Sgarbi, Eco e La nave di Teseo. Una scelta che più politica non si può

Chiamiamo A la nave originaria, cioè quella che Teseo riuscì a portare trionfalmente ad Atene, e B, invece, quella ottenuta dalla progressiva sostituzione di tutti i pezzi deteriorati. La domanda è la seguente: B è ancora la nave di Teseo oppure no? Detto altrimenti, B è ancora la nave con cui Teseo approdò ad Atene, oppure è un’altra nave?

A sentir Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio e per 25 anni in Bompiani, La nave di Teseo sarà qualcosa di completamente nuovo, pur portando dentro di sé parecchi pezzi importanti del marchio di Rcs, e quindi sotto il controllo di Marina Berlusconi. Ecco, un cognome di non poco conto. Se è vero che la figlia del Cav non ha preso benissimo la scelta di depredare Bompiani (la direzione ad interim è stata affidata a Massimo Turchetta), è altresì vero che i motivi che hanno portato a questa scissione sembrano essere di natura apolitica.

Umberto Eco, che ha investito nel nuovo soggetto editoriale 2 milioni di euro cash (è tra gli azionisti assieme a Mario Andreose, Eugenio Lio e la stessa Sgarbi), ha addirittura messo in mezzo il romanticismo: “Mio nipotino mi ha chiesto ‘Nonno perché lo fai?’. Gli ho risposto ‘Perché si deve’”. Si deve far cosa? Abbattere il monopolio creato da Mondazzoli che controlla il 40% del mercato librario? Queste almeno sono le intenzioni: “Non è un fatto politico. Se il mega proprietario fosse Nichi Vendola o Fausto Bertinotti per noi non cambierebbe nulla”, prosegue. Eppure lo stesso Eco, che fin da subito osteggiò la possibilità della fusione, ammise mesi fa su Repubblica: “Si deve ammettere che il gruppo Mondadori, pur appartenendo a Berlusconi, si è mostrato abbastanza liberale nei confronti delle case editrici che controlla, consentendo per esempio alla Einaudi di seguire le propria vocazione editoriale”. E a giudicare dalla presenza di Furio Colombo nell’operazione, un altro vecchio con i calzoni corti, non è che il cognome Berlusconi sia proprio uno qualunque: “È una vita che io e Umberto ci dimettiamo, sin dagli anni Cinquanta. Io per esempio quando arrivò Berlusconi al governo lasciai l’Istituto di cultura italiana di New York”.

Ma allora quali sono le motivazioni reali? Ufficialmente tentare di aumentare il pluralismo: “I libri dei grandi autori raramente sono usciti da imprese gigantesche e perché i movimenti letterari più importanti della storia sono stati sostenuti e sviluppati da piccole realtà editoriali”, dicono i fondatori.

Ehm, però ragazzi, una casa editrice con un capitale superiore ai 5 milioni, che raccoglie mezza Bompiani, una casa editrice non proprio piccolissima, non è che sia proprio una roba da plebei. Anche perché, ironia della sorte, gran parte di quei soldi messi in ballo sono proprio derivanti dal lavoro svolto in Bompiani. Eco racconta addirittura che rimarranno in mani nemiche i diritti de Il nome della Rosa sino al 2020, e il Pendolo di Foucault sino al 2018. Di più, in pochi ricordano che Bompiani fu essa stessa inglobata in Rcs, ma in pochissimi si lamentarono della concentrazione di potere.

La sensazione è che la scelta, giusta o sbagliata, sia politicissima, e infatti basta dirlo. Molti degli scrittori, addetti ai lavori e soci fondatori sono vicini a un mondo “di sinistra” che si raccoglie intorno a Feltrinelli (la distribuzione è affidata a Messaggerie, le iniziative promozionali a Pde, gruppo Feltrinelli) e che ha in Repubblica il megafono ideale. Chissà come reagirà Marina, che tramite il gruppo Fininvest qualche medium televisivo ed editoriale lo controlla. E chissà quanto spazio deciderà di dedicare ai ribelli.

Daniele Dell

Daniele Dell’Orco

Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.