Settebello La La Land, il film di Damien Chazelle porta a casa 7 Golden Globe
Un autentico plebiscito. La La Land si conferma essere il film dell’anno e ai Golden Globe vince tutto ciò che si poteva vincere. Sette premi ricevuti al netto di altrettante nomination: migliore film brillante, migliori attori protagonisti, Emma Stone e Ryan Gosling, migliore sceneggiatore e miglior regista, il giovane Damien Chazelle, migliore colonna sonora e migliore canzone, City of Stars. È il film che ha vinto più premi nella storia dei Golden Globe, confermando la vera e propria passione dei giornalisti dell’Hollywood Foreign Press Association per i musical, sin da quella prima edizione del 1952, quando a vincere fu Un americano a Parigi di Vincente Minnelli.
Le poche sorprese sono arrivate dai premi riservati ai drammi. Casey Affleck, fratello del più famoso Ben, ha vinto il premio al migliore attore drammatico per la sua interpretazione in Manchester by the Sea, film che, nonostante le previsioni a suo favore, non è risultato essere il miglior film drammatico.
Il premio più importante della serata, il Miglior film del 2016, è andato un po’ a sorpresa al piccolo film indipendente Moonlight, che si è rifatto in zona Cesarini da una serata no. Nonostante le sei candidature in tasca infatti, ha portato a casa solo quell’unica statuetta. Un solo premio che però, dacché i Golden Globe sono da sempre un antipasto dei premi Oscar, potrebbe permettere a Moonlight di percorrere lo stesso sentiero che nel 2014 portò 12 anni schiavo alla vittoria della statuina per il miglior film.
Un’altra sorpresa è arrivata da Isabelle Huppert eletta migliore attrice drammatica con Elle, di Paul Verhoeven. Il film, in francese, ha vinto anche nella categoria miglior film in lingua straniera.
Miglior attrice non protagonista Viola Davis per Fences, Tracee Ellis Ross migliore attrice in una serie brillante per Blackish, Donald Glover migliore attore in una serie comica per Atlanta, premiata anche come migliore serie brillante, mentre la migliore serie drammatica è The Crown, che ha visto vincere anche Claire Foy per la sua interpretazione della regina Elisabetta II. L’ex dottor House Hugh Laurie si è portato a casa l’analogo premio maschile per The Night Manager.
Poche le battute comiche della serata, quasi tutte con un unico bersaglio, Donald Trump. A Meryl Streep – che ha ottenuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille – il compito di fare il discorso più importante, più duro. L’attrice ha sottolineato l’importanza della diversità nel mondo dell’arte con un discorso anti-trumpiano: “Se a Hollywood mandassimo via tutti quelli che non sono nati qui non ci resterebbe nulla da guardare se non il football e le arti marziali, che non sono propriamente arte”.
Daniele Dell’Orco
Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.