Salvate il lettore in erba
“In un Paese dove la gente legge poco e le istituzioni mandano in rovina le risorse culturali, leggere è un atto rivoluzionario. Non serve imbracciare un mitra, non bisogna scomodare le correnti divinità allo scopo d’invocare una guerra santa. I problemi si risolvono parlando, perfino al termine di un conflitto bellico ci si siede e si parla. Ed è allora che parlare serve – ed è allora che leggere serve a parlare.”
Scrivere un libro per dare saggi consigli ai moltissimi aspiranti scrittori, come Gianluca Mercadante ha fatto un paio d’anni fa con Caro scrittore in erba, ha un senso. Per la folta platea interessata e per il proliferare di decaloghi e tavole della legge calate da novelli Mosè editoriali direttamente dalla mente del Dio Mercato Librario. Ma Mercadante non si è accontentato e quei giovani coraggiosi che si nascondono dietro il marchio Las Vegas Edizioni lo hanno assecondato in un’operazione che se non è folle, ditemi cosa lo è. Caro lettore in erba è un divertente, dolente, ironico e serissimo cahier de doleance di un lettore/scrittore. Che ha la pretesa di rivolgersi a un possibile fruitore dell’oggetto libro. Una persona che normalmente non legge, ma che potrebbe approcciarsi alle pagine scritte, se trovasse la giusta guida. Esattamente ciò che Mercadante prova a essere. Una copertina fumettistica, dallo squillante blu elettrico. Un libro piccolo, maneggevole. L’evidente intenzione di incuriosire e, insieme, incoraggiare. Un atto di fede in questo nostro disgraziato paese dove la percentuale di acquisto e lettura di libri è in caduta libera da anni. Un invito, come recita lo stralcio che ho proposto in apertura di post, all’unica rivoluzione realizzabile, quella culturale, e al tempo stesso la più difficile da avviare. Non so se il lettore in erba riuscirà a cogliere la passione che Mercadante ci ha messo. Di sicuro leggere queste pagine fa riflettere, fa sorridere, mostra con chiarezza le storture del sistema e segna a dito i libri-placebo. Quelli tutti uguali. Quelli redatti tenendo sotto mano la scaletta dettata dalle vendite. Quelli presi all’estero con la garanzia delle classifiche già scalate. L’autore mette in guardia il lettore in erba. Si imbarca in una missione dietro le linee nemiche dei seguaci del marketing editoriale con totale sprezzo del pericolo. Rivela molto, racconta, sviscera. Se veramente un lettore in erba ha in questo momento tra le mani il libro di Mercadante, potremmo star guadagnando, noi che amiamo leggere, un compagno di trincea. Di sicuro un lettore militante amerà queste pagine perché vi si riconoscerà, parola dopo parola, virgola dopo virgola. E alla fine non potrà che convenire con l’autore. Perché “i libri non finiscono, caro lettore in erba. I libri cominciano. In continuazione. E il momento in cui cominciano davvero inizia solo quando si finisce di averli letti.”