Romania: 12 considerazioni sulla manifestazione del 10 agosto
di Anita Bernacchia, in Blog, Letteratura, del 14 Ago 2018, 10:32
Radu Vancu, poeta, critico letterario, docente di letteratura e leader del movimento civico romeno Vă vedem din Sibiu, interviene a freddo sulla manifestazione del 10 agosto a Bucarest, nella quale 452 persone sono rimaste ferite a seguito degli scontri tra polizia e manifestanti.
- Ieri sera eravamo in tanti. Oltre 100.000, forse persino il doppio. È stata la manifestazione che ha unito il paese: i romeni di Romania e quelli della diaspora, uniti nella protesta per una Romania europea.
- Di questo avevano paura: che saremmo stati in tanti. E che la nostra unione sarebbe stata chiara e visibile. E che avremmo chiesto loro con una sola voce di andarsene.
- Hanno cercato di sabotare la nostra unione di massa in due modi: a. Fermando coloro che si dirigevano verso Bucarest (vedi i treni e gli autoveicoli fermati), chiudendo la fermata metro di Piazza Victoriei ecc. b. Pianificando in anticipo di disperdere la protesta con la forza.
- Una reazione di tale portata e violenza da parte dei gendarmi avviene solo per ordini ricevuti dall’alto.
- Il regime di Dragnea ha capito di aver perso la battaglia in Parlamento – ha capito che le riforme della giustizia e del codice penale non avrebbero avuto il destino che loro avevano pianificato – e ha scelto di diventare, da un regime di abusi, un regime di repressione.
- Da oggi, essere membro del PSD vuol dire avallare la repressione.
- Le immagini e i video di ieri sono a disposizione delle autorità. Grazie ad esse, tutti gli autori delle violenze possono essere identificati e puniti.
- Le immagini e i video di ieri circoleranno per giorni, mesi, anni. Nulla danneggerà il PSD più di questo. E allo stesso tempo nulla cancellerà l’impressione spaventosa che tutto questo lascerà all’Europa: che il PSD ha trasformato la Romania in uno stato repressivo.
- Per questo il PSD deve lasciare il governo. Perché nell’Unione europea non possono esistere governi repressivi.
- Solo le proteste di piazza salveranno la Romania.
- Non ci hanno spaventato: ci hanno spinto ancora di più alla lotta. D’ora in poi, diventa imprescindibile scendere in piazza, fino alla fine. Sera dopo sera.
- E il nostro unico orizzonte è l’Europa.
Traduzione dal romeno di Anita Bernacchia.
Articolo in lingua originale su Contributors.ro