Record Store Day, la vinil-mania continua a crescere, ma non mancano le critiche
Sabato scorso si è svolta la nona edizione del Record Store Day, la celebrazione annuale di negozi di dischi indipendenti. L’iniziativa, nata negli Stati Uniti nel 2008 a supporto dei negozi di dischi indipendenti con anteprime, ristampe e edizioni speciali, ha prodotto risultati sorprendenti, ma continua a suscitare diverse critiche.
Cresce il mercato del vinile. Secondo la Music Research della Nielsen, nel 2015 sono stati venduti 11,9 milioni di dischi in vinile in tutto il mondo con una crescita del 29,8% rispetto al 2014: un business in salita che le case discografiche non si lasciano sfuggire proponendo la versione in vinile degli album nuovi e ristampando i grandi classici. Da David Bowie a Bob Dylan, da Pino Daniele a Ennio Morricone, sono circa 300 le pubblicazioni ufficiali annunciate dall’industria italiana del disco, tra anteprime, ristampe e edizioni speciali.
Tra le novità internazionali si segnalano Melancholy Mood di Bob Dylan, Foregrow di John Frusciante e A Season On The Line del cantautore Glen Hansard. Due le uscite dedicate a David Bowie, nei negozi con il picture disc di The Man Who Sold The World e TVC15, singolo di Station To Station che festeggia il quarantennale. Stessa ricorrenza anche per il movimento punk e la nascita dei Clash, con la Joe Strummer Estate in festa per Gangsterville, singolo che anticipa l’uscita di un’antologia e stampato con un artwork inedito, realizzato dallo stesso Strummer insieme a Josh Cheuse.
Tra gli italiani si annovera Pino Daniele, che torna nei negozi con due 45 giri, Ca Calore, di cui si celebra il quarantennale, e Napule è. Stesso formato per Nenè di Francesco Guccini, mentre dal Premio Oscar Ennio Morricone arriva invece un vinile trasparente di Paura.
Cresce anche il numero dei negozi. Nel Regno Unito, ad esempio, si è passati da 299 negozi nel 2010 a 342 nel 2016.
Tuttavia, non mancano le voci fuori dal coro. In un recente articolo pubblicato sul settimanale “The Economist” e in un altro sul “Telegraph” sono stati approfonditi alcuni aspetti problematici delle passate edizioni. Le maggiori criticità interessano il prezzo delle ristampe, spesso eccessivo, e il tempo d’attesa per il ritiro del prodotto, che in alcuni casi arriva fino sei mesi a causa della grande richiesta di copie concentrata in una sola giornata. Paradossalmente a causa della congestione causata dal Record Store Day rischiano di essere penalizzati proprio i piccoli negozi indipendenti, dove probabilmente i prodotti ordinati non arriveranno in tempo utile.