Rcs prima di Mondazzoli: da un’idea nata in orfanotrofio a impero mediatico
Andando sul sito www.rizzolilibri.it è possibile vedere i segni della nuova appartenenza al Gruppo Mondadori, ma prima di tutto ciò, della crisi, delle polemiche sull’acquisizione e dei compromessi c’era solo un uomo che ha creato un’attività dal nulla, come spesso accade. Angelo Rizzoli in orfanotrofio aveva imparato l’arte della tipografia e all’età di vent’anni, nel 1909, apriva il suo primo negozio con il nome “A. Rizzoli & C.”.
A differenza della più recente Feltrinelli, che da subito negli anni ’50 si è distinta grazie a una linea editoriale decisa nel settore librario, Rizzoli prima si fa una nomea come stampatore e solo alla fine degli anni Venti si lancia nell’editoria periodica. Oggi potremmo chiamarla rivalsa sociale quella del Gruppo Mondadori su Rcs, sapendo che le prime riviste acquisite da Angelo Rizzoli furono in parte proprio di Arnoldo Mondadori e si trattava di Il Secolo Illustrato, Novella, La donna e Comoedia. A parte la pubblicazione del primo libro nel 1929 – Storia del Risorgimento di Cesare Spellanzon – i primi anni della tipografia-casa editrice seguirono un percorso nettamente più giornalistico per esplodere poi nel settore librario dopo la Seconda Guerra Mondiale con la fondazione di BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), oggi uno dei marchi editoriali a costituire il gruppo RCS, insieme a Fabbri, Marsilio e Bompiani (escluse dall’accordo di acquisizione con Mondadori), Sonzogno, Vintage e Rizzoli Etas, Lizard e Adelphi fino al 2015, quando esce dal gruppo in seguito alla vendita del settore libri di RCS.
I Cinquanta sono anni di importanti evoluzioni: Angelo porta la casa editrice oltreoceano grazie a un’estensione del marchio Rizzoli USA e all’apertura di una libreria Rizzoli Bookstore a Broadway, che da oltre cinquant’anni è considerata la principale libreria indipendente in America con un vasto catalogo specializzato in letteratura internazionale e arti visive. Parallelamente vengono aperte una libreria a Roma e la storica sede di Milano in Galleria Vittorio Emanuele, la Rizzoli Galleria.
Ma e con il figlio Andrea che l’azienda fa il salto di qualità negli anni ’70, in seguito all’acquisizione completa di Corriere della Sera, le cui quote appartenevano a Agnelli, Moratti e Crespi. I Rizzoli detenevano il 100% delle attività del quotidiano e denominavano il nuovo marchio editoriale RCS (Rizzoli-Corriere della Sera), scalando di fatto la cima dell’editoria italiana. E dopo l’apice, il crollo. Come in ogni azienda famigliare che si rispetti, a un certo punto arriva un portatore dell’alto nome che non riesce a sostenerne il peso o che, a causa di una serie di circostanze politico-economiche sfavorevoli, viene schiacciato dal suo stesso impero. È toccato a un Rizzoli di terza generazione, figlio del figlio del fondatore, perdere tutto. Se nell’impresa Giunti il nome di famiglia è rimasto (vanto raro e non di poco conto), a RCS tocca il destino contrario ma non necessariamente avverso. Dal 1983 si susseguono una serie di nomi diversi nel cda, da Carlo Scognamiglio primo presidente dopo i Rizzoli all’attuale Maurizio Costa, ma nel contempo il gruppo amplia l’attività sia nel settore giornalistico che librario, incamerando una serie di autori di punta che, negli anni, faranno dell’editoria più o meno commerciale il fiore all’occhiello di Rizzoli: Walter Siti, Oriana Fallaci, Vittorio Sgarbi, Dacia Maraini e Philippe Daverio sono solo alcune delle personalità di spicco che hanno caratterizzato il catalogo Rizzoli, e continuano a farlo.
Quale fosse l’idea di Angelo Rizzoli, se costituire semplicemente un impero editoriale e mediatico o sfruttarlo per diffondere un messaggio – come i migliori editori sanno fare – non è chiaro. I brevi cenni biografici rintracciabili in rete lo ritraggono come un acquisitore di testate e un fondatore di collane, un imprenditore puro con il vezzo della cinematografia.
È significativo come in quest’ultimo anno gran parte del mondo del libro si sia schierato contro Mondadori per aver osato voler comprare uno dei marchi più forti del mercato contempoaneo – più in termini storici che economici, vista la crisi di cui è stato vittima – quando negli anni ’70, e ancora prima, la famiglia Rizzoli si è dimostrata una divoratrice di testate.
Federica Colantoni
Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.