Quando i leader mondiali seguono i media e i giornalisti su Twitter.
Dimmi quanti leader ti seguono e ti dirò se sei famoso. La febbre da social network non salva nessuno, così Matthias Lüfkens, managing director Digital Emea di Burson-Marsteller ha pubblicato su LinkedIn, la classifica dei media e dei giornalisti più seguiti su Twitterdai 647 capi di stato, di governo e dei ministri degli Affari Esteri presenti sul social network. A conquistare la leadership nella classifica delle fonti di notizie più influenti è il New York Times, il quotidiano statunitense fondato nel 1951, è seguito da un quinto dei leader(142), superando l’agenzia di stampa britannica Reuters a quota 134, l’emittente televisiva statunitense CNN(130), il settimanale britannico The Economist (126) e il canale televisivo BBC News (World) (120).
Il primato del New York Times è probabilmente dovuto all’autorevolezza del quotidiano che oltre a vantare una tiratura giornaliera di 1 865 318 copie tra cartaceo e digitale, dispone delle “penne” più valenti d’America. La testata newyorkese ha vinto più premiPulitzer di qualsiasi altro giornale, riuscendo a catalizzare l’attenzione del mondo su temi sconosciuti come il genocidio in atto nel conflitto del Darfur nel 2006 o portando alla vittoria del premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, editorialista del NYT e terzo nella classifica “giornalisti”.
“Ma diciassetteanni fa, sono arrivata alla CNN con una valigia, con la mia bicicletta e con circa 100 dollari”. Queste sono le parole della giornalista più seguita dai leader mondiali nella rete dei cinguettii. Christiane Amanpour, cinquantaseienne britannica e storico volto della CNN. I suoi 69 follower sono il frutto delle interviste che ha condotto con leader mondiali del calibro di Mohammad Khatami e Mahmoud Ahmadinejad. Dopo l’11 settembre fu la prima corrispondente a intervistare Tony Blair, Jacques Chirac e il presidente pakistano Pervez Musharraf. Recentemente, il 3 ottobre 2014, ha intervistato anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
La sua sfrontatezza l’ha portata a lavorare in pericolosissime zone di guerra e questo l’ha resa uno dei giornalisti più pagati. Secondo la rivista di economia Forbes è tra le cento donne più influenti del mondo.
Sul secondo gradino del podio si accomoda Fareed Zakaria(CNN) con 43 follower. Il giornalista indiano, esperto di politica ed economia internazionale, è stato definito dalla rivista statunitense Esquire come una delle 21 persone più importanti del ventunesimo secolo.
Zakaria scrive regolarmente un articolo di novità settimanali che compare spesso nel quotidiano che legge tutte le mattine il Presidente degli Stati Uniti, il Washington Post, al nono posto nella classifica dei media. Appaiati al terzo posto ci sono il già citato PaulKrugman e il suo collega Nicholas Kristof, vincitore di due premi Pulitzer e autore di testi sulla violazione dei diritti umani e le ingiustizie sociali in Africa.
Incrociando le due classifiche si può notare come ci sia una certa complementarietà tra media e giornalisti. La CNN, terzo posto nei media, ha due corrispondenti al primo e al secondo posto nella classifica giornalisti. Il New York Times, primo posto nei media, ha tre corrispondenti al terzo, quarto e quinto posto nell’altra classifica.
Pensare che i primi “giornalisti” erano degli anonimi scribacchini che annotavano notizie più o meno recenti su gazzette da due soldi, e ora sono seguiti dai leader mondiali, lascia intendere come ci si trovi dinanzi a una lenta ma costante rivoluzione sociale e culturale, che lentamente sta cambiando tutto.
Edoardo Ridolfi
Edoardo Ridolfi, nato a Gualdo Tadino (Pg) nel 1993. Diplomato al Liceo Scientifico; ha conseguito la laurea triennale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia. Attualmente sta svolgendo l’iter per prendere il tesserino da giornalista pubblicista. Collabora come giornalista e fotografo con testate cartacee e online diverse.