Per una nuova legge sull’editoria
Per risolvere qualcosa nel (caotico ed anarchico) settore dell’editoria libraria, in Italia servirebbe una associazione fra autori che, a mio avviso, andasse oltre l’esistente ma inefficace sindacato scrittori. Tale associazione credo che dovrebbe avere i seguenti punti fermi:
1) Un comitato direttivo costituito di LETTERATI-SCRITTORI, non di semplici scrittori. I membri devono essere in possesso di opere letterarie a loro firma che ne legittimino e certifichino i meriti letterari. Tali testi devono esser consultabili da tutti, ossia pubblicamente verificabili da qualsiasi cittadino italiano.
2) Tale comitato deve LEGGERE le opere di chi voglia iscriversi alla associazione e, su questa base, accetti solo gli autori-letterati che scrivano bene. La valutazione di un testo su base strettamente letteraria è ben conducibile da un letterato, che capisce subito se il testo è dilettantistico o professionale. I parametri sono ovvi: stile, grammatica, sintassi, retorica, struttura, trama, fabula, paragone con gli autori antologizzati nelle principali Storie della Letteratura Italiana, ecc. Chi presenti testi sgrammaticati, con spaziature sballate, anacoluti, accenti malmessi, apostrofi fuori luogo, eccetera, venga rifiutato e si ripresenti dopo aver studiato la grammatica italiana.
3) L’associazione chieda al Parlamento una legge sull’editoria che la regolamenti come segue:
tra le aziende che fanno o partecipano a lavori di carattere editoriale librario (tutte, tipografi e distributori inclusi) vengono introdotte le seguenti distinzioni vincolanti:
A) L’EDITORE. Il quale per avere questo status ufficiale, insomma questa denominazione societaria, avrà l’obbligo di pagare, alla firma del contratto d’edizione, le opere agli Autori che pubblica, in base ad un tariffario statale avente valore di Legge dello Stato. Ovviamente il tariffario prevedrà delle quote minime a numero di battute del testo, e non delle quote massime. Es.: prezzo di un testo narrativo: da 3 euro a pagina di 1900 battute (spazi inclusi) in su.
L’EDITORE, inteso come sopra scritto, avrà inoltre l’obbligo di pubblicare, per una quota del dieci per cento del proprio catalogo annuale (un’opera su dieci), i titoli che una apposita Commissione Statale per l’Editoria Culturale gli presenterà dopo attento vaglio critico. Queste opere verranno interamente finanziate dallo Stato per tutto l’iter di lavorazione del prodotto-libro: dalla lettura bozze alla distribuzione, fino alla promozione. I proventi di tali libri saranno esentasse e godibili interamente dall’editore e dall’autore (royalities minime per l’autore: dieci per cento del prezzo di copertina).
Lo Stato potrà, inoltre, decidere di finanziare parzialmente anche altri titoli dell’editore, ma mai per oltre il cinquanta per cento dell’importo totale, promozione e distribuzione incluse. Saranno infine previsti degli gravi fiscali per editori (che siano in regola ovviamente) in difficoltà.
B) Tutte le aziende che realizzano libri in maniera diversa da quanto scritto finora avranno l’obbligo di denominarsi TIPOGRAFIE, e potranno, sí, stampare libri e consegnarli ai clienti commissionatori, ma non potranno distribuirli commercialmente né promuoverli in alcun modo – Internet ed eventuali terzi incaricati inclusi.
C) I DISTRIBUTORI. Godranno di un’IVA al due per cento e di altre facilitazioni e sgravi fiscali, compresa l’esenzione dalla tassa di circolazione e le autostrade gratuite, il carburante a prezzo agevolato (ossia al netto di accise) e le tariffe postali ridotte del settanta per cento sulla tariffa ordinaria per i pacchi postali. Però, per ottenere tali agevolazioni statali, i Distributori dovranno distribuire obbligatoriamente i titoli finanziati dallo Stato agli Editori (cfr. sopra), praticando agli Editori tariffe non superiori al quindici per cento del prezzo di copertina del libro distribuito, e dovranno obbligatoriamente accettare le richieste di distribuzione provenienti da nuovi editori aventi basso budget.
Ecco. Come avrete visto, tale progetto, che è solo una bozza, nei suoi punti A, B e C andrebbe presentato, piú dettagliato, a un qualsiasi parlamentare e richiederebbe una rinnovata e forte presenza delle Istituzioni in Italia, nonché… una onestà di fondo da parte di tutti i collaboratori. Leggetela attentamente e ditemi cosa ne pensate.