Nasce il primo museo subacqueo d’Europa per non dimenticare la strage dei migranti
di Alessandra D’Ippolito, in Arte, Viaggio, del 12 Apr 2017, 10:05
È l’isola di Lanzarote a ospitare il primo museo subacqueo dell’Atlantico, una galleria scultorea che ospita i capolavori di Jason deCaires Taylor.
Di quanti non sappiamo il nome, di quanti il volto e le loro storie. Sappiamo che sono lì, sepolti in mare, eppure nessuno li vede, nessuno più li ricorda dopo che una prima pagina di giornale o la televisione smette di parlarne e renderli protagonisti nelle nostre vite. Sono storie che colpiscono la nostra sensibilità, ma anche storie che poi ci fanno ripiombare nell’indifferenza e nella superficialità della vita di tutti i giorni.
Un uomo che scatta una foto, una coppia senza volto che, mentre affonda, fa un selfie; uomini contemporanei che vengono affiancati da altre opere che fanno riflettere sulle tematiche di natura ambientale e su importanti temi sociali come la strage dei migranti.
È questo che offre la prima galleria subacquea d’Europa pensata e realizzata dall’artista britannico Jason deCaires Taylor, scultore e fotografo marino già famoso per le sue installazioni sottomarine realizzate in Grenada (Caraibi), elencate tra le 25 meraviglie del mondo dal National Geographicea largo della costa tra Cancun e Isla Mujeres (Messico).
Il Museo dell’Atlantico, così chiamato, si trova a circa 15 metri sotto la superficie, al largo della costa della Playa Blanca a Lanzarote, nelle Isole Canarie e ospita ben 12 installazioni e 300 statue a grandezza reale, realizzate con un materiale che, non intaccando la vita marina, le rende parte integrante della flora e della fauna.
La mostra è sicuramente rivolta a tutti gli appassionati di immersione e snorkeling, ma in realtà è aperta a tutti, ad amanti del nuoto e non. Infatti è osservabile anche dalla superficie dato il fondale sabbioso e poco profondo, il mare piatto e la cristallinità dell’acqua.
Evidente, per chi ha già visitato il museo, è il forte messaggio di impegno sociale e di denuncia che l’autore ha voluto lanciare attraverso le sue opere. Tra le più suggestive, The Raft of Lampedusa (la Zattera di Lampedusa), la rappresentazione di una barcone con 13 rifugiati a bordo, che sembra ispirarsi alla Zattera della Medusa, famoso dipinto di Théodore Géricault che rappresenta il naufragio della fregata francese Méduse e un complesso dedicato alle 3771 vittime del mare nel tentativo di scappare dalla guerra che affligge i loro Paesi per raggiungere la tanto amata terra di speranza, l’Europa.
Ma per deCaires Taylor «Non è un omaggio o un memoriale a queste vite perdute: questo è un monito alla responsabilità collettivadella nostra comunità ormai globale». Infatti altra installazione con la quale vuole sensibilizzare l’opinione pubblica è TheRubicon, un gruppo scultoreo di 35 persone del XXI secolo che, con zaini, cuffie alle orecchie, smartphone e qualsivoglia tipo di apparecchio tecnologico, come un esercito di zombi, cammina verso un cancello. Ma questo cancello rappresenta un punto di non ritorno o l’inizio di una nuova era? Allo spettatore la riflessione.
Alessandra D’Ippolito
Alessandra D’Ippolito nasce in Sicilia nel 1996. Da tre anni vive e studia a Roma. È studentessa al terzo anno di Scienze della comunicazione, con indirizzo in “Giornalismo, relazioni pubbliche e uffici stampa” presso l’Università LUMSA.