Matteo Terzi, l’artista di strada che canta l’Europa con la sua chitarra
Le sue canzoni assomigliano alle fermate di un treno in corsa. A Matteo Terzi, cantautore milanese di 31 anni conosciuto in Rete come Soltanto, la vita di ogni giorno, scandita da ritmi metropolitani forsennati e certezze consolidate, stava stretta. Così nel 2010, con in tasca una laurea in Scienze Politiche all’università Statale di Milano, ha scelto di non ascoltare le sirene di una carriera sicura e di partire con una chitarra tra le mani che gli ricordava una vecchia passione imprigionata in un giradischi della sua adolescenza, fatta di «pane e Brit Pop». La sua vita di artista non gliel’ha regalata nessuno, se non la voglia di esibirsi nelle strade di mezza Europa conquistandosi l’affetto del suo pubblico.
Sette anni dopo, seduto al tavolino di un bar che si affaccia sui Navigli, Matteo accarezza il suo terzo album (pubblicato da Cremogen Music, distribuito da Artist First e disponibile su tutte le piattaforme digitali) con la soddisfazione di chi sa di aver dato una svolta tangibile alla sua carriera, ma è cosciente di essere a metà del guado. Il disco, intitolato “Now”, raccoglie dodici brani simili a frammenti di una pellicola cinematografica da riavvolgere per godersi la sua biografia. «Questo album è un po’ una summa dei miei viaggi per strada in Italia e in Europa in tutti questi anni – racconta – quando mi esibivo in strada senza mezzi, armato solo di una grande passione e dell’amore di chi mi ascoltava». Molti di quei momenti sembrano ora rivivere accanto a lui nelle sue note affollate di ricordi e incontri. Come quello con un senzatetto di Bruxelles, con il quale Matteo amava spesso conversare, rievocato nel brano “You close your eyes and you fly”. Ma c’è spazio anche per alcune lunghe pause di catarsi in un fazzoletto di Liguria, celebrate in “Tonight”.
Negli ultimi anni la vita di Matteo è cambiata, eppure lui torna spesso con la mente a Milano e a un inizio duro, non privo di imbarazzi. «Dopo l’università decisi di esibirmi per strada, in via Mercanti – ricorda – e il rischio era quello di incontrare gente che mi conoscesse». Ma le sue paure svaniscono presto, i confini di Milano si dilatano. E arriva anche l’amore, nato casualmente durante uno dei suoi tanti concerti en plein air. «Ho conosciuto la mia attuale compagna Alessandra proprio allora – dice -. Il destino volle che stessi suonando un brano dei Coldplay che lei era intenta ad ascoltare con le sue cuffie. Il resto venne da sé».
Nel 2011 ha inizio il primo viaggio in Italia, fatto di peregrinazioni in varie regioni del Sud ed esibizioni di strada su invito dei suoi stessi ammiratori. A quel punto Matteo tenta il grande salto, improvvisando un “tour” fai da te sulle strade di mezza Europa, dalla Francia alla Spagna passando per i Paesi nordici fino a Praga e Bruxelles. Due anni dopo, il grande passo con la pubblicazione del suo primo album, “Le chiavi di casa mia”, grazie a una campagna di crowdfunding partita in Rete sulla piattaforma musicraiser.com, fondata dal leader dei Marta sui Tubi Giovanni Gulino. «Gulino mi disse che la mia era una sfida quasi impossibile, ma io non mi sono tirato indietro – spiega il cantautore milanese -. E ne sono orgoglioso, anche perché sono stato tra i primi in Italia a pubblicare un album con Musicraiser, che oggi è una realtà consolidata». Il disco parla di un amore finito male al quale bisognava affidare un finale diverso, ma del suo girovagare restano tracce ancora acerbe.
La sua carriera musicale, intanto, continua a nutrirsi di altri mattoncini quotidiani e lo zaino a riempirsi di viaggi, ricalcando con le suole vecchie mete ma scoprendo anche la Polonia e il fascino di Skye, un’isoletta scozzese nella quale Matteo diventa scrittore delle proprie esperienze musicali. Nel 2016 esce così il suo secondo disco “Skye”, sempre per la Cremogen Music, che racconta “un viaggio lungo un mondo” (come si intitola uno dei brani) in cui “vivo sognando i pianeti/quei mondi segreti/che sono ai confini con la nostra realtà”, ma anche i suoi sogni immersi in un “oceano di cioccolata” e talvolta pieni di “Neve e polvere” rincorrendo Praga sul cruscotto di un’auto. E poi c’è il ritorno a Milano (“Il musicista di via Mercanti”), in un centro affollato di sguardi ormai familiari.
Il 2016 si chiude con “Now”, l’ultimo tassello di un bagaglio da trasportare durante nuovi tour itineranti. Sempre per strada, pensando a quanto sia bello essere «”Soltanto” se stessi».
Giuseppe Di Matteo
Giuseppe Di Matteo è nato a Bari nel 1983 e vive a Milano. Laureato in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha dapprima frequentato il corso di laurea triennale in Scienze Storiche e poi quello di laurea specialistica in Storia delle civiltà e delle culture dell’età moderna e contemporanea. Nel 2011 ha conseguito un MA in Historical Research presso il Birkbeck College – University of London, e nel 2012 ha vinto il concorso di accesso alla Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia, diventando professionista nel gennaio 2015. Attualmente collabora con il Giorno e la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel 2016 ha pubblicato il libro di poesie “Con te io penso con le mani” (Aletti editore).