Marion Cotillard e la forza di una donna (stra)ordinaria
Marion Cotillard è l’attrice francese più famosa al mondo, richiestissima ad Hollywood, così come in Europa. Lei, però, sembra non accorgersene. L’ultimo riconoscimento ricevuto, in ordine di tempo, è la seconda nomination agli Academy Awards per Due giorni, una notte, il film dei registi belgi Luc e Jean-Pierre Dardenne. “Sto ancora metabolizzando la notizia, perché non me l’aspettavo affatto. È l’ultima cosa che avrei immaginato potesse succedere”, ha dichiarato l’attrice riguardo la sua recente candidatura. Dopo l’Oscar, vinto per La vie en rose di Olivier Dahan, ritrovarsi, a sorpresa, nella cinquina per Miglior Attrice Protagonista sicuramente è qualcosa che entrerà nella storia, vista la personalità fortemente nazionalistica degli Academy. Però, come i Dardenne si sono innamorati di madame Cotillard, così i membri dell’Academy devono aver ceduto al fascino e al talento, innegabile, dell’attrice francese.
Il nuovo lungometraggio dei Dardenne porta al cinema la realtà, quella contemporanea, dove la crisi economica condiziona e conduce, verso scelte inevitabili, la maggior parte della popolazione. “Erano diversi anni che riflettevamo sull’idea di un film attorno a una persona che sta per essere licenziata, con il consenso della maggior parte dei suoi colleghi di lavoro”, ha raccontato Luc Dardenne. “Per noi la cosa più importante era mostrare una persona che viene esclusa perché è considerata debole, non in grado di fornire prestazioni sufficientemente elevate. Il film tesse l’elogio di una non performante, che ritrova forza e coraggio grazie alla battaglia che decide di condurre con suo marito”, ha aggiunto Jean-Pierre Dardenne.
Sandra lavora alla Solwal, una ditta che produce pannelli solari. Dopo un periodo difficile, per lei e la sua famiglia, guarita dalla depressione, la donna è pronta per tornare al lavoro. Non ha, però, messo in conto la crisi economica e la concorrenza asiatica, più a buon mercato, che sta seriamente mettendo in difficoltà l’azienda. Così, lei viene sacrificata dai colleghi per un bonus di mille euro. Sorretta, fisicamente ed emotivamente dal marito Manu, che non smette nemmeno per un secondo di credere nella capacità della moglie di sapersi rialzare e lottare, Sandra intraprende un pellegrinaggio, alla ricerca di umanità ed empatia: la donna ha due giorni e una notte per convincere i colleghi a reintegrarla, rinunciando al benefit.
“La solidarietà è un valore che esiste da secoli, e che si è strutturato attraverso organismi sindacali e un sistema di welfare. Ma oggi siamo di fronte a una sauvagerie sociale, e la solidarietà è in diminuzione. Il percorso di Sandra è proprio quello di ricreare quella rete di solidarietà che sta venendo a mancare”, hanno detto i registi. “Abbiamo preso spunto dalla storia di un operaio in una fabbrica francese. Poi, abbiamo scoperto che non è una pratica così inconsueta, e che molti hanno perso il lavoro allo stesso modo di Sandra”.
Come Sandra, così la regia essenziale dei Dardenne non inculca allo spettatore alcun tipo di giudizio verso i colleghi della donna. Anzi, instillano una domanda: io cosa avrei fatto? “Leggendo la sceneggiatura, mi sono resa conto di quale magnifica eroina della vita reale fosse, e di quale straordinaria sfida sarebbe stata per me incarnare questa donna che si reca a trovare ciascuno dei suoi colleghi per tentare di modificare il loro voto. Un’interpretazione tutta giocata sulla ripetizione che mi avrebbe imposto di lavorare sulle sfumature e sulle oscillazioni”, ha raccontato Marion Cotillard, che prosegue: “È una donna ordinaria, un’operaia che conosce il prezzo delle cose perché non può permettersi altra scelta. Capisce i colleghi che hanno preferito intascare il premio di mille euro, invece di votare perché lei mantenga il suo posto di lavoro in azienda. È impossibile sapere cosa avrebbe fatto lei nei loro panni, e il film non giudica alcun personaggio. E in questo sta tutta la sua forza.”
Michela Conoscitore
Pugliese, classe 1985. Laureata in Lettere Moderne, con un master in giornalismo cartaceo e radiotelevisivo. Ha collaborato, nel settore Cultura e Società, in una redazione giornalistica della provincia di Foggia. Da sempre, esprime l’amore per la scrittura, raccontando storie e descrivendo avvenimenti. La semplicità è il suo principale obiettivo, che cerca di perseguire affinché, ciò che scrive, arrivi a tutti. Grande appassionata di cinema e serie TV, da due anni posta recensioni sul suo blog, Incursioni Cinemaniache. Ma non si ferma qui, perché il vero giornalista è un curioso a tutto tondo.