L’epopea dei Pooh, la Reunion è anche un successo televisivo
Questa settimana “Il TeleVisionario” parla dei Pooh. Deve farlo per forza e non solo per “fatto personale”. Ieri sera lo speciale di Raiuno andato in onda in prima serata mentre, tra le altre cose, c’era la partita della Juventus e Maurizio Crozza su La7 praticamente volava (quasi 2 milioni di telespettatori e quasi il 7% di share!), i “ragazzi” – come amano sentirsi chiamare dai fans – hanno inchiodato davanti alla tv quasi cinque milioni e mezzo di telespettatori (5.487.000) con uno share del 22,85%. Un successo strepitoso e per niente scontato.
Il tema era la “reunion” per i 50 anni di carriera. Nati nel 1966, i Pooh hanno annunciato che si scioglieranno alla fine dell’anno, non prima però di aver realizzato qualche decina di concerti – tra questi stadio Olimpico di Roma, San Siro a Milano, ben tre date all’Arena di Verona, vari palasport – ma anche dischi e altri speciali uscite annunciate, forse un libro e sicuramente un docufilm girato con Fausto Brizzi. Insomma un anno impegnativo, ma anche commercialmente straricco. Sui social network non mancano i fan preoccupati dagli impegni economici che dovranno affrontare per potersi accaparrare tutto quello che il gruppo sta preparando per l’annunciato addio alle scene.
A parte tutto questo, lo speciale televisivo girato negli studi di Cinecittà World di Roma e condotto da Carlo Conti, ha regalato alla Rai un successo che, seppure atteso e in parte “sostenuto” (cfr. la replica di “Coliandro” di Raidue che mi sarei risparmiato) non era detto che facesse questi numeri. Il programma è stato comunque costruito bene, con la musica decisamente al centro e un ritmo serrato quasi da concerto. Gli ospiti azzeccati – anche se secondo i fans più immarcescibili i Pooh vanno consumati “lisci” – hanno in effetti conferito poco allo show, d’altra parte l’autarchia del gruppo è arcinota. Conti perfetto padrone di casa, sobrio e misurato, simpatico quanto basta, pronto a entrare e uscire dalla scena con tempi perfetti (anche se lo spettacolo è andato in onda registrato).
Qualche appunto potrebbe essere fatto a regia e audio. La prima si è tenuta sul lavoro “facile facile”, molti (troppi) totali su effetti luce suggestivi ma decisamente coprenti; il secondo non si è distinto per qualità: per essere stato praticamente un concerto andava fatto ben altro lavoro, spesso la musica si distingueva appena, quasi muta la batteria, per fortuna era buono l’audio della (intramontabile e superba) chitarra di Dodi Battaglia, ma alla fine il tutto è stato sorretto dalla potenza vocale del solito Roby Facchinetti, che a dispetto dell’età e di certi momenti in cui va in scena con poca voce, ieri sera era in palla e si è sentito. Red Canzian e Stefano D’Orazio una garanzia sulla scena, tra l’empatia suadente col pubblico del primo e il travolgente umorismo del secondo. Molti discutono – anche in questo momento sui social – sulla presenza di Riccardo Fogli, evidentemente un po’ fuori le righe di un gruppo che ha fatto, appunto, anche della “disciplina di gruppo” un suo must. Fogli ha cantato poco, ma bene, un paio di canzoni – su “In Silenzio” si è guadagnato la serata – ed ha assestato qualche buona battuta sul suo rientro proprio quando i Pooh smobilitano! Certo, se nel frattempo si sforzasse di imparare anche le altre canzoni non sarebbe male dato che non sono stati rari i momenti in cui era sul palco praticamente a fare nulla. Ora, la tv è una cosa, ma quando sarà sul palco per i concerti sarà meglio prepararsi: i fans sono tremendi e non perdonano, quelli dei Pooh in modo particolare. E non è tanto per dire.