Le frenetiche giornate dei nativi digitali
Apro WhatsApp, scorro i miei gruppi, invio dodici emoticon (baci, baci col cuore, sorrisi e sudore sulla fronte, urla, glaciazioni di cranio, facce imbarazzate), un video di una tipa con delle tette enormi che balla e saltella, una foto di un tipo che lancia un maiale con su scritto “E’ ORA DI TIRARE UN PORCO”.
Abbiamo tutti un iPad sul banco e, finito il compito in classe, ci chiediamo in chat quando suonerà la campanella.