La Puglia è una terra di meraviglie, ma Briatore non ha tutti i torti
Leggendo le polemiche insorte contro le ultime dichiarazioni di Flavio Briatore sulla Puglia e sulla carenza di infrastrutture necessarie per una maggiore valorizzare del territorio e per una ancor più diffusa promozione di un certo tipo di turismo in una delle regioni più belle al mondo (National Geographic docet), non posso, da pugliese, non analizzare consciamente il merito della questione.
“Avete solo natura e musei, ma i ricchi vogliono lusso e divertimento”, titolano numerose testate nazionali, citando impropriamente l’imprenditore piemontese.
I titoli provocatori diffusi sul web non fanno altro, per certi versi, che gettare inutile benzina sul fuoco, alterando qualsiasi tipo di discorso sensato, ma forse arrivano a toccare un nervo scoperto, perché, al di là delle polemiche sui ricchi e sui poveri, sul lusso e sul low cost, sulla cucina e sulla natura, le parole di Briatore non sono del tutto prive di fondamento e razionalità. In particolare, mi riferisco a questa sua breve affermazione:
“Un posto bellissimo – assicura Briatore – che però non può vivere da solo. Servono anche strade per arrivarci, aeroporti, infrastrutture che rendano facile raggiungerlo”.
Ecco, queste parole centrano in pieno un problema, ossia la necessità di elaborare e concretizzare infrastrutture idonee, in alcuni casi ai limiti del decoro paesaggistico e del rispetto della natura. Esistono in Puglia, credetemi, luoghi ridotti a un cumulo di macerie dall’abusivismo sfrenato e insensato degli anni Settanta, dove scheletri di edifici mai completati e il prefabbricato muto e decrepito regnano incontrastati. Luoghi ricchi di fascino e splendore che, solo attraverso una pianificazione urbanistica regolamentata e un progetto serio di valorizzazione, potrebbero senza dubbio alcuno competere con le principali mete turistiche del pianeta. E in questo caso, come credo anche nel caso di Briatore, non si sta parlando, ovviamente, di demolire musei e radere al suolo parchi naturali (ma stiamo scherzando. ) o di cementificare il litorale salentino, ma di rinnovare strade e percorsi turistici e di rivalutare strutture e stabilimenti balneari spesso fatiscenti, asettici e con scarsi servizi. Insomma, vera valorizzazione senza deturpare nessuna meraviglia artistica, storica e paesaggistica, cercando di rinvigorire al meglio una terra millenaria e incontaminata, però troppo spesso abbandonata all’incuria mascherata da “tutela ambientale”.
Luigi Caiafa
Luigi Caiafa nasce in Puglia nel 1985. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte antica presso la Sapienza, Università di Roma, inizia un percorso di formazione in ambito editoriale. Da gennaio 2016 collabora con la casa editrice Historica e la rivista online Cultora.