La nuova sigla di Lupin III, un’involuzione?
Siete cresciuti con le sigle dei cartoni animati negli anni ’90, o ancora prima? Ricordate tutti la voce di Cristina D’Avena che con le sue note angeliche annunciava l’inizio di un pomeriggio di divertimento? Io le ricordo, e anche bene.
Cambiano i tempi e cambiano anche le sigle.
Pochi giorni fa ho avuto l’occasione di ascoltare la nuova canzone d’apertura del cartone animato Lupin III cantata da Moreno − rapper italiano partorito da Amici di Maria De Filippi nel 2013 − e da Giorgio Vanni. Sono rimasto incredulo innanzi a quello che ho sentito: lo scempio di un cartone a cui ero profondamente affezionato da piccolo e che ancora oggi porto nel cuore.
Non voglio assolutamente scadere in quella che può sembrare la classica critica al rapper di turno che con il suo nuovo “stile” certamente in voga al momento dà una “rinfrescata” ad un programma televisivo che altrimenti sembrerebbe antiquato e non adatto alle nuove, modernissime generazioni. Assolutamente no. Il motivo per cui la mia reazione all’ascolto è stata così negativa non si trova nella tipologia del genere utilizzato, ma nella canzone stessa, nel suo significato e nella sua totale mancanza di attinenza con quelli che sono i temi diLupin, le sue avventure, la sua bellezza.
La sigla descrive, con un rap abbastanza banale, la nuova avventura di Lupin III questa volta ambientata in Italia (il ladro gentiluomo sarà caratterizzato da una tipica giacca blu), senza risparmiare la classica e scontata critica al bel paese corrotto, bigotto, ipocrita. Tra rime facili che mirano a descrivere attraverso epiteti riduttivi i personaggi principali della serie, e il nostalgico cantato di Giorgio Vanni, che pronuncia pochissime parole corrompendo ancora di più l’idea dell’originale ladro, si sente la mancanzadelle fisarmoniche e il valzer di Castellina Pasi oppure dell’Incorreggibile Lupin di Enzo Draghi.
Sembra così che la lunga tradizione italiana nell’arrangiare e quasi stravolgere le sigle straniere dei cartoni animati continui, ma in peggio. Puntare al futuro, rendendo moderno qualcosa di datato per cercare di coinvolgere anche i nuovi fruitori della televisione familiare, è più che giusto, ma bisognerebbe fare prima i conti col passato cercando di ricreare un prodotto di qualità e che miri, quantomeno ad eguagliare i “maestri” di quest’arte.
In ogni caso i fan della serie, dopo numerose condivisioni, opinioni, critiche e commenti, hanno lanciato una petizione on-line per impedire che la sigla venga mandata in onda insieme alle nuove puntate.
Segno sicuro e forte dell’insoddisfazione generale? Semplice attaccamento al passato? Oppure oggettiva comprensione della bassa qualità della sigla?