La guerra e le armi nella storia del Continente europeo
Ingiustamente relegata per decenni ai soli specialisti e sovente confinata alla trattazione esclusiva da parte di militari di professione, la storia militare ha sempre avuto nel nostro Paese scarso successo anche a causa di una prepotente cultura antimilitarista. Al contrario, la ricerca delle cause di un conflitto, l’analisi delle forze in campo e la comprensione delle evoluzioni sociali, economiche e tecnologiche delle varie società costituiscono punti imprescindibili per uno studio serio e razionale di quella che il noto storico del Medioevo Franco Cardini chiamava “quell’antica festa crudele”. Tra i classici della materia bellica, non si può non menzionare La guerra e le armi nella storia d’Europa (Laterza, 1978) del celebre studioso inglese Michael Howard (nell’immagine di copertina).
La guerra e le armi nella storia d’Europa
Pubblicato nel 1976 con il titolo War in European History (Oxford University Press, 1976), questo brillante affresco storico abbraccia circa mille anni di vicende belliche nel Continente e costituisce un crocevia significativo per gli studi militari considerandone non solo gli aspetti tattici e strategici ma anche quelli legati all’economia e alla politica: “Mi è quindi sembrato meglio ampliare l’oggetto dello studio sia nel tempo che nello scopo onde non considerare non ‘l’Arte della guerra’ soltanto, ma anche il guerreggiare come istituzione seguendone lo sviluppo dall’interno della società europea nell’arco di un millennio, cioè dell’epoca di cui possediamo documenti attendibili. Nello stesso tempo ho tentato di descrivere, non soltanto lo sviluppo tecnico dei modi di guerreggiare, ma anche connessioni ed effetti collegati con i mutamenti tecnologici, sociali ed economici, avvenuti durante l’intero periodo”. Detto in estrema sintesi, potremmo definirlo come uno studio sulla cultura della storia militare realizzata da colui che il Financial Times ha definito come “il più grande storico vivente della Gran Bretagna”. Per entrare nel vivo della materia, è bene specificare che in La guerra e le armi nella storia d’Europa Howard opera una sintesi molto ampia considerato il vasto periodo temporale e che, inevitabilmente, diversi argomenti avrebbero meritato una più ampia trattazione. Lo storico di Oxford esamina ben otto “ere” militari: le guerre dei cavalieri, le guerre dei mercenari, le guerre dei mercanti, le guerre dei professionisti, le guerre della rivoluzione, le guerre delle nazioni, le guerre dei tecnologi e l’età nucleare. Ognuna di queste guerre ha le sue caratteristiche peculiari che la contraddistinguono rispetto alle altre ma è indubbio che l’interesse di Howard si appunti soprattutto sull’evoluzione tecnologica degli armamenti in quanto la guerra passa dalle lance e dalle spade ai fucili e ai cannoni senza sottovalutare l’apporto fondamentale delle infrastrutture come ponti e ferrovie. In particolare, sono due i punti che Howard mette sotto la lente d’ingrandimento: da una parte, nel capitolo “La guerra delle Nazioni”, il conflitto franco-prussiano del 1870-71 è visto come la chiave di volta per il mutamento dei rapporti di forza sul Continente a favore della Germania di Bismarck e, dall’altro, nel capitolo “La guerra dei tecnologi”, l’impatto delle nuove materie prime come acciaio e carbone (e successivamente la benzina) per costruire e muovere navi corazzate, aerei moderni e carri armati di ultima generazione viene analizzato in tutto il suo potenziale distruttivo. Nel complesso, l’approccio di Howard si colloca a metà strada tra la “tradizionale” storia militare incentrata su battaglie, tattiche e comandanti e un approccio più sociologico della guerra, degli eserciti e delle società.
Simone Morichini
Sono nato a Roma il 20 dicembre 1976 e mi sono laureato in Scienze politiche presso l’Università “La Sapienza” dove ho successivamente conseguito il Dottorato di ricerca in “Storia delle elite e classi dirigenti”. Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine del Lazio e Molise, lavoro in campo editoriale occupandomi di marketing, distribuzione e promozione libraria. Ho successivamente condensato la mia intera esperienza professionale in una pubblicazione ad hoc dal titolo “Per una manciata di libri. Aspetti commerciali nell’editoria”, uscito nel 2011. Ho collaborato con varie riviste tra cui “Elite e Storia”, “Olimpiaazzurra”, “Iniziativa” e la pagina culturale del webmagazine “DailyGreen”. Mi piace viaggiare e adoro la letteratura scandinava (Arto Paasilinna e Jan Brokken in particolare). Appassionato di lingue straniere (inglese e tedesco su tutte), sono uno sportivo onnivoro e amo la disciplina invernale del Biathlon.