La ex-Jugoslavia, la Storia e le storie
di Francesca Mazzucato, in Letteratura, del 30 Nov 2017, 10:30
Capire i Balcani, quello che è capitato nei territori della ex-Jugoslavia durante le guerre e quello che si è nascosto, la ferocia, le ingiustizie e le grandi mistificazioni, credo sia fondamentale. La geopolitica del passato ci può insegnare come interpretare quello che sta accadendo intorno a noi. Studio e lavoro sulle guerre della ex-Jugoslavia da quasi dieci anni in cui mi sono recata in quei paesi innumerevoli volte e ho da poco iniziato a lavorare sulla figura del generale Mladic, di recente condannato all’Aja, svelando per la prima volta un segreto di molto tempo fa . Non so se sia l’inizio di qualcosa, forse. Non so che strade prenderà, ma inizia così:
Nel 2010 era quasi primavera, molto freddo ricordo
lavoravo sui Balcani da tre anni
E in un posto che non posso nominare
Il posto del Segreto
ho incontrato il Generale.
Temeraria come sempre
Ancora non parlavo serbo
ma imparai alcune parole
proprio allora
Di Mladic e non solo si racconta anche nel mio ultimo romanzo, Strani i percorsi che sceglie il desiderio, appena uscito per Castelvecchi editore. Narra una storia intensa accaduta fra Banja Luka, Belgrado e l’Italia. Una storia complessa, di ferocia, e amore negato, dove le donne restano, custodi della memorie e testimoni della speranza A seguire, un estratto:
La carne dei Balcani
Mirjana
Nessuno avrebbe avuto pietà di niente, nemmeno di un dente d’oro, della fede matrimoniale, di una minuscola catenina. La pietà ha prezzi bassissimi in guerra, si compra, si perde.
Ci andavamo a nascondere in campagna, in luoghi primitivi: nei pressi di villaggi dove si trovavano vecchie anime, zoppicanti e cariche di tutto; bambini, cani randagi. Si vedevano uomini scegliere dove nascondere i fucili; donne che si arrangiavano, come me e mia madre, e nascondevano l’essenziale sotto al grembiule, fra i seni sfioriti o in una calza, come fossero al centro di una commedia senza discipline.
Lo guardavo: era un territorio pieno di martiri d’amore. Un deserto, voci strozzate, grida e segreti, il paese depredato mentre il cielo diventava ruggine e l’orizzonte cupo e fosco, si sentivano lamenti e urla di ogni tipo, trči, trči, correre correre, cercando un rifugio prima delle esplosioni.
Questa era la Bosnia allora…
…Si diceva che ripetessero queste cose o altre simili ridendo sudati e sguaiati con tutte le ragazze con le quali dividevo pane cattivo, scatolette, qualche rossetto e collant di seta quando arrivava qualcuno di quelli importanti. Si dicevano tante cose in Bosnia all’epoca della guerra, prima della grande spartizione; anche che da lì e solo da lì, da quella tana brulicante di donne disponibili e di soldati vogliosi, si vedessero due lune e i corpi avessero strade protette per congiungersi al riparo dagli occhi indiscreti di cecchini invidiosi. Sogno ancora quello che accadeva, le richieste, le variazioni, le litanie, le vessazioni, le sento, le respiro, le ingoio come se fossero diventate un cibo disgustoso ma necessario, e tutto diventa un fermo immagine che ne segue un altro e un altro ancora. Io, le mie cosce di ragazza, il richiamo, Dođi, moram dodirnuti, ho bisogno di toccare, andiamo, i gesti veloci, gli strappi, le promesse fasulle a cui rispondere hvala, i deliri, le penetrazioni, girati, inginocchiati, allarga, non mordermi, la saliva, il respiro corto, la malasperanza, le mani dentro e fuori, le lingue, i gemiti, gli occhi chiusi, il resto che colava via e lasciava l’amarezza da dimenticare all’istante, una fierezza imposta e troppo euforica che mi sentivo in dovere di mostrare per autoconvincermi di tutto.
Francesca Mazzucato
Scrittrice, traduttrice, consulente per case editrici italiane e straniere, dirige la collana dei Cahier di viaggio per Historica edizioni, è co-fondatrice della casa editrice digitale internazionale Errant Editions, tiene corsi di scrittura creativa, educazione alla lettura e di inglese per bambini. Ha collaborato a progetti con teatri e centri culturali italiani e stranieri sulla scrittura delle donne. Tradotta in Europa, USA e UK, collabora a magazine e riviste letterarie. Sulla sua opera sono state scritte alcune tesi di laurea. Ama Beckett, Marsiglia, Baremboim, tutti i romanzi di Harold Brodkey, la pioggia di Parigi, la Kunsthaus di Zurigo.