Io leggo perché: apre la caccia ai lettori
In Italia, si sa, a leggere sono sempre meno persone: nel 2014 – tanto per citare uno dei dati più significativi – si parla di una riduzione di 820.000 lettori, con un crollo drastico anche per quanto riguarda quelli cosiddetti “forti”.
L’AIE (Associazione Italiana Editori) ha naturalmente colto la flessione e, commentandola, ha presentato a Milano l’iniziativa #ioleggoperché, tanto pubblicizzata sui social network in questi giorni e immediatamente dotata di un sito internet dedicato.
“Il nostro scopo è stimolare chi legge poco o chi non legge. Parliamo di ben più della metà degli italiani. Abbiamo deciso di incuriosirli, con l’aiuto dei lettori. Abbiamo deciso di mettere al centro di questa iniziativa i libri, le persone, tutte le istituzioni e le iniziative che hanno a cuore la lettura e, in generale, la cultura”
Un intento assolutamente meritevole di nota, soprattutto in uno Stato e in un’epoca in cui l’attenzione alla lettura è spesso scarsa e discutibile. Ecco, in breve, l’idea.
Il 23 aprile – Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore – i Messaggeri – lettori appassionati assolutamente volontari, arruolati in librerie, biblioteche e centri di aggregazione scolastica e culturale – passeranno per treni e piazze preposte al fine di distribuire 240mila copie gratuite appositamente stampate. Saranno queste corrispondenti a ventiquattro titoli, opere più o meno celebri selezionate da una commissione formata da piccoli e grandi editori, facenti parte di una collana speciale non commerciabile. Titoli già interessanti di per sé, impreziositi dal fatto che – in barba al principio stesso cui si ispira la giornata – verranno distribuiti grazie alla senz’altro generosa rinuncia sui diritti da parte dei loro autori.
Sebbene – come già detto – l’esplicito fine di stimolare la lettura sia del tutto lodevole, i mezzi utilizzati nelle fasi finora osservabili della campagna parrebbero presentare alcuni punti deboli – certamente migliorabili in vista delle prossime e già promesse edizioni.
Fra i testimonial, ad esempio, spiccano pochi “addetti ai lavori” (con la conseguente perdita dell’apporto di conoscenze che avrebbero potuto offrire) e molti attori e personaggi tv: il che è positivo (per loro) considerando il ritorno d’immagine e (per altri) l’attrattiva e l’attenzione mediatica di cui godrà la giornata. A tal proposito viene spontaneo spendere un commento su Linus, che sorridente propone dall’homepage del sito una “L” formata con indice e pollice – indicante leggere, non loser come a prima vista si potrebbe malignamente pensare – e afferma di essere “pronto a tutto”, parafrasando lo spot dell’evento. Nel descrivere l’iniziativa l’editore Marco Polillo la definisce infatti come una “guerra dei lettori contro i non lettori”: una definizione forse non troppo felice, il cui retrogusto jihadista fa pensare a una forzatura imposta. E si sa che le imposizioni difficilmente hanno – a lungo termine – esiti positivi.
La lettura dei titoli proposti suscita poi qualche perplessità: sfilano sul sito tutta una serie di nomi celebri e degnissimi – Sepúlveda, Hosseini e Mazzantini per citarne alcuni – e, oltre a notare un’evidentemente scarsa attenzione per nomi che possano definirsi validi seppure, magari, “di nicchia” – non risultano pervenuti generi diversi da quello del romanzo. Un’iniziativa il cui intento è quello di suscitare interesse dovrebbe infatti mettersi nelle condizioni di offrire una varietà minima di generi – poesia e saggistica almeno, rimanendo sul generico – soprattutto nell’ottica di avvicinare alla “lettura e alla cultura”, e non a opere specifiche, limitate nel genere e pre-selezionate da qualcun altro.
Se al termine della manifestazione l’unico dato dovesse presentarsi in termini di volumi distribuiti e persone omaggiate, il risultato non potrebbe di per sé definirsi quindi positivo. L’insegnamento di cultura e amore per la lettura non passa per l’imposizione di un volume, che magari non verrà mai aperto, ma nasce con iniziative che favoriscano l’ampliamento della propria voglia di critica e conoscenza, lasciando a ciascuno la libertà di scegliere il canale che ritiene più opportuno, sia esso in prosa o in versi.
Veronica Secci
Veronica Secci, nata a Cagliari nel 1993. Frequenta la facoltà di Lettere presso l’Università di Cagliari. Ha vinto la finale regionale del MArteLive Festival per la sezione Letteratura e partecipato alla Biennale di Roma nella stessa sezione. Coltiva la passione per la scrittura creativa e il giornalismo di inchiesta.