Intervista a Simone Berni: il cacciatore di libri introvabili crea Bookle.org
di Federica Colantoni, in Interviste, Letteratura, del 8 Giu 2015, 09:30
Bookle.org è il nuovo progetto di Simone Berni, un sito che rende la reperibilità di un libro, qualsiasi libro, semplice e immediata. E lui comprende bene l’importanza di una ricerca efficace: Berni, non solo collezionista, ma anche cacciatore di libri rari, ci racconta i piaceri della bibliofilia e fin dove questa passione, un po’ insolita e un po’ folle, può condurre un uomo per trovare un’edizione… introvabile.
Ha lanciato da poco il sito Bookle.org, portale in cui il lettore può cercare il titolo di un libro ed essere indirizzato al canale di vendita che preferisce (amazon, ibs, ebay, comprovendolibri, ecc.). Quando e perché ha sentito la necessità di creare un catalogo di questa portata?
Da molti anni sentivo questa necessità. Tutte le volte che ero “a caccia” di un libro raro, per conto mio o per conto terzi, si presentava sempre lo stesso problema, ossia consultare febbrilmente i motori di ricerca di libri, gli aggregatori, i siti d’aste, gli annunci, i mercatini online, le librerie indipendenti “fuori dal sistema”. Alla fine il tempo impiegato era notevole, ed effettuare la ricerca approfondita di una ventina di titoli (una lista di desiderata, per esempio) portava via un intero pomeriggio. Tali operazioni, infatti, andavano compiute monotonamente daccapo per ogni singolo libro. Sentivo il bisogno di uno strumento unico, omnicomprensivo. Un sito (o un’app) che semplificasse all’osso la questione. Così ho pensato a uno strumento che fosse in grado di cercare un libro su gran parte del panorama web in un colpo solo. E ho pensato a Bookle.org, già un paio d’anni fa, quando ancora non avevamo deciso neppure il nome.
Per chi ha voluto creare Bookle.org?
Bookle.org è per chiunque, in un dato momento, per lavoro o diletto, abbia la necessità di dover trovare un libro, magari rapidamente e al miglior prezzo. Bookle.org non fa distinzioni, cerca (e trova) tutti i libri, da quelli appena usciti e quindi ancora presenti nelle librerie, a quelli antichi, usati e fuori commercio. Compresi i periodici e i fumetti. L’utente generico ha di solito, come unica necessità, il trovare un dato libro al miglior prezzo; il bibliofilo, ovviamente, è più esigente e richiede un servizio più raffinato. La scommessa è l’aver voluto ideare uno strumento valido per entrambi.
“We love books. And we know how is important to find the right book, in the right moment. So, we want to help you to find online all the books.” Questo il motto che si legge su Bookle.org. “Trovare il libro giusto nel momento giusto”, uno slogan, una filosofia di vita: a ogni momento della vita corrisponde un libro. È questo che pensa? È così che vive? Se sì, qual è il libro, o i libri, di questo momento?
Sì, il motto crediamo che ricalchi esattamente la nostra filosofia. Si ricerca il libro della vita, ma la vita è fatta di momenti (di stagioni), per cui “il libro del momento” è un’utopia concreta in continuo movimento. Dobbiamo sempre esserle alle costole e farla nostra. Interpretare cioè il gusto attuale. Questo mi fa pensare a un libro che amo particolarmente, Le oscillazioni del gusto del grande intellettuale Gillo Dorfles (classe 1910); proprio alcuni giorni fa ho visto, dai riscontri sul traffico, che alcuni utenti ne hanno rintracciato una rara prima edizione (Lerici editore, 1958) proprio usando Bookle.org.
In qualità di bibliofilo, apprezzerà tanto il contenuto di un buon libro quanto il suo essere tale: oggetto dotato di copertina, pagine, inchiostro e se antico ancora meglio. Le faccio quindi una domanda d’obbligo di questi tempi: come vive l’evoluzione dal cartaceo al digitale?
Vivo questo passaggio nella maniera più serena possibile. Uno dei primi videoclip nella storia della musica leggera fu il singolo dei Buggles, Video Killed The Radio Star. Titolo emblematico e significativo in quel contesto, non trova? Eppure completamente disatteso dalla storia. A distanza di 36 anni la radio è viva e vegeta, nonostante l’exploit della tv. In maniera analoga io vedo la presunta diatriba cartaceo/digitale come un non problema. Io leggo abitualmente i romanzi contemporanei “corposi” con l’ausilio di un lettore, così faccio coi Dan Brown, Stephen King o Giorgio Faletti. Si tratta di un sistema molto pratico e rilassante. Si ha la possibilità di ingrandire i caratteri, e quindi non sforzare a vista. Gli ultimi modelli, inoltre, hanno un’autonomia che supera il mese di carica e una luce che non viene riflessa contro gli occhi del lettore. Tanti vantaggi, insomma. Allo stesso modo, ci sono opere che amo leggere, magari in prima edizione, tenendo la carta di quell’epoca nelle mie mani, per esempio Il crollo della Baliverna di Dino Buzzati o Bananananda di Leo Anfolsi. Questione di momenti.
Nel 2012 Il Giornale ha pubblicato un estratto dedicato a lei del libro Scegliere i libri è un’arte. Collezionarli una follia. Ritratti d’autore dei peggiori bibliofili d’Italia (Luigi Mascheroni, Biblohaus) in cui si leggono parole sue: “per il collezionista rivolgersi a me può anche rivelarsi controproducente. Spesso non si rende conto di avere a che fare con un potenziale ladro”. È capitato realmente che rinunciasse a un compenso pur di tenersi un libro raro?
Sì, in appendice al mio Manuale del cacciatore di libri introvabili (ed. Biblohaus, ndr) riporto un icosalogo, ossia venti leggi ragionate del perfetto cacciatore di libri. La terza legge è proprio “Rubate le idee, fate vostri i desideri degli altri”. A volte è lo stesso committente a fornire un’informazione preziosa semplicemente segnalando un libro del quale è in cerca, e spiegandone i motivi. A quel punto, per un bibliofilo vero, non approfittarne sarebbe un autentico delitto.
Ripensando un po’ alle origini… quando e, soprattutto, perché ha deciso di diventare un cacciatore di libri?
Anno 2000, a passeggio per un sobborgo di Amsterdam. Vedo una libreria seminascosta, con delle copertine stupende di libri rari in vetrina. C’era di tutto, molte opere ricercate anche se in lingua olandese. Il proprietario, un tedesco, accortosi che io ero italiano, va sul retro e torna con un libricino in mano. Si trattava di Come funziona la dittatura fascista, di Gaetano Salvemini (anno 1927). Lo presi per l’equivalente odierno di 15 euro. Ma lo comprai al buio, non immaginavo che si trattasse di un libro censurato, scomparso e che la dittatura fascista lo perseguì a tal punto da far uccidere l’editore, Carlo Tresca. Lo avevo preso d’istinto, avendo notato che era scritto in italiano ma stampato a New York, il che mi era parso curioso. Da quel libro, capitatomi per caso (?) è nato tutto quanto. Sul perché davvero non c’è risposta.
Il libro più antico che ha trovato e quello che sta inseguendo da una vita.
Risposta facile. Un incunabolo di sermoni del frate domenicano Leonardus de Utino, stampato a Francoforte nel 1473, anche se ce n’è uno assai più raro stampato nel 1460. Per quanto riguarda il libro che invece sto inseguendo da una vita, beh ce ne sono diversi, tra cui: Il tamburo di latta di Günter Grass in edizione Bompiani (1962), l’Aeropoema d’elica piemontese di Luigi Armando Oliviero (1943), la prima edizione di Americana di Elio Vittorini (1941).
Ha voglia di raccontarci la storia della ricerca più stimolante?
Ha a che vedere con un libro americano; il titolo è The Silver Bridge, l’autore Gray Barker. Si tratta di un libro di ufologia del 1970. L’opera è famosa nel mondo degli appassionati di UFO perché descrive una serie di avvenimenti, un’isteria collettiva, che colpì gli abitanti di un piccolo villaggio del West Virginia alla fine degli anni ’60. Sullo sfondo di avvistamenti di massa di un fantomatico Mothman (uomo falena) e di vari dischi volanti nel cielo, la situazione precipitò con il crollo improvviso di un ponte sospeso sul fiume Ohio (il Silver bridge, che dà il titolo al libro) che causò oltre quaranta vittime alla viglia di Natale del 1967. Ebbene, nel 2005 il libro in questione era rarissimo, e solo una libreria in tutti gli Stati Uniti, ne riportava una copia in vendita, al costo di 2000 dollari. Io ne scrissi diffusamente (dedicando un intero capitolo nel mio A caccia di libri proibiti) e la vicenda appassionò più di un lettore. Il resto lo fece internet, anzi Google, e quando il contenuto del libro fu indicizzato dal potente motore di ricerca di Mountain View, i librai americani, cui la cosa era evidentemente sfuggita fin lì, si affrettarono a cercarne copie. Oggi, a dieci anni di distanza ne sono state poste in vendita qualche centinaio; al momento della pubblicazione di questo articolo Bookle.org ne ha trovate una trentina. La mia soddisfazione in questa storia è l’aver reso umano un mito. Da libro cult, introvabile ed iper-valutato, a libro ricercato ma molto più accessibile che in passato. La rarità di un libro, infatti, è sempre legata al periodo. Un libro raro non lo è per sempre; viceversa, un libro che adesso si può trovare, può farsi introvabile a breve. Il compito del cacciatore di libri è prevedere questi cambiamenti ed agire di conseguenza.
Federica Colantoni
Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.