Intertwine: la community di scrittura che intreccia trame e relazioni

di Roberto Leone, in Interviste, Letteratura, del 1 Feb 2016, 09:57

Intertwine

Noi di Cultora ci siamo già occupati di scrittura creativa sul web, mettendo a confronto 20Lines e TheIncipit. Oggi parliamo di Intertwine, piattaforma tutta napoletana. Prima di dare la parola ai gestori, spieghiamone il funzionamento.

Si può accedere ad Intertwine tramite mail o i profili Facebook, Twitter e, forse a breve, Google+. Una volta fatto l’accesso e modificato il proprio profilo, si può iniziare a scrivere una storia singola o collaborativa. In quest’ultimo caso è importante il ruolo del plotter, di cui si parlerà in seguito. L’utente può dare sia un voto negativo che positivo alla storia e al singolo contributo, che può essere scritto o contenere un’immagine. Le notifiche sono in tempo reale, mostrate visivamente da un triangolino rosso in alto a sinistra, nel rettangolo verde dove è contenuto il logo.

Prima di tutto, presentatevi…

Abbiamo cominciato circa tre anni fa con Vulcanicamente, concorso bandito dal comune di Napoli. All’inizio eravamo in quattro ci vedevamo in un bar, poi ci siamo spostati in un deposito e adesso abbiamo un ufficio nel quale ci siamo costruiti i mobili. Nel 2013 abbiamo ricevuto un finanziamento da Digital Magics di € 110.000, ad oggi siamo 7/8 e ci crediamo più di prima.

A chi è venuta l’idea di Intertwine e come?

L’idea è venuta a me (Gianluca Manca). Volevo scrivere un libro a più mani che raccontasse una vicenda secondo differenti punti di vista, ne parlai con Salvatore Imparato (CTO e Ingegnere Informatico) e decidemmo di provare a trasferire l’esperienza online. Dopo poco abbiamo lasciato i nostri lavori e ci siamo buttati a capofitto in questa avventura.

A differenza di altre piattaforme, Intertwine dà particolare importanza all’utente che scrive l’incipit (plotter, n.d.r.), dandogli la facoltà di rifiutare un contributo di un altro utente. Come mai questa scelta?

È una scelta precisa che, a nostro parere, garantisce una maggiore qualità degli scritti. Tutte le opere collaborative hanno un autore che scrive l’incipit, chiede alla community di continuare la storia scegliendo il tipo di contenuto da utilizzare (testi, foto etc); i nostri utenti continuano la storia e l’autore dell’incipit sceglie il contenuto più adatto e continua l’opera editandola. In questo modo anche le storie collaborative hanno sempre un autore che ne governa l’andamento e una serie di co-autori che contribuiscono a far avanzare la storia.

Come finanziate il vostro progetto? Sono coinvolti degli incubatori?

Il progetto è stato inizialmente finanziato, come già detto, da Digital Magics che ha investito €110.000 in Intertwine nel 2013. Inoltre lavoriamo con scuole, università e aziende che ci pagano progetti a sfondo educational.

È difficile aprire un business del genere in Italia?

È sicuramente più complicato che in altri paesi, al sud poi ancora peggio. Stiamo chiudendo un accordo con un fondo da €600.000 ma non riusciamo ad ottenere una semplice informativa antimafia dalla prefettura di Salerno e non possiamo beneficiare dell’investimento. Abbiamo rilasciato la documentazione a luglio 2015 e ormai siamo bloccati da 7 mesi. È allucinante come la Pubblica Amministrazione ostacoli processi già complicati di per sé con procedure burocratiche che dovrebbero essere agili.

Quali sono i vostri obiettivi futuri?

Stiamo iniziando a lavorare su una versione di Intertwine Pro, a pagamento, per gli scrittori più esigenti.
Stiamo inoltre cercando di implementare un modello diverso per la fruizione delle opere, simile a quello adottato da Spotify per la musica: lettura gratuita con pubblicità o a pagamento senza interruzioni. Nella nostra idea i ricavi saranno ripartiti con gli autori.

Quindi, chi scrive su Intertwine potrà un giorno guadagnare?

Sì. Speriamo di sì!

Un consiglio ai giovani italiani che vogliono “mettersi in proprio”?

Il consiglio è quello di provarci se si è veramente convinti di poter supportare la propria iniziativa. Fare azienda è molto complicato e non si deve pensare che sia facile ottenere finanziamenti.

Roberto Leone

Laureato in Storia con tesi dal titolo “Le Quattro Giornate di Napoli. Una discussione” all’Università di Napoli “Federico II”. Co-fondatore del blog letterario “Storici&Salottiere”, redattore della sezione Storia della testata on-line “La Cooltura” da marzo 2015, collabora con “Cultora” da settembre 2015. Da dicembre 2015 è caporedattore di Terre di Campania. Appassionato di scrittura, è attualmente laureando in Scienze Storiche.