Internet trascina il mercato dei media in Italia
di Francesco Frisone, in Media, New media, del 13 Giu 2015, 11:00
Il futuro della comunicazione pubblicitaria in Italia è sempre più online. È questo, in sostanza, il succo della ricerca curata dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Il mercato pubblicitario in Internet ha raggiunto e superato i 2,2 miliardi di euro, chiarendo come quella digitale sia l’unica branca del settore pubblicitario ancora in grado di allargarsi.
La Rete, che ha superato la carta stampata in diffusione di contenuti e pubblicità nel 2013, mette ora la freccia e si appresta a sorpassare nei prossimi anni anche la televisione. Attualmente infatti Internet è il secondo mezzo preferito dagli operatori pubblicitari, ricoprendo da solo quasi il 30% del volume degli investimenti.
Il problema sollevato da questo trend ormai inarrestabile ha a che vedere ovviamente con i guadagni. Mentre gli Internet Media, gestiti dalle grandi compagnie straniere, sono cresciuti del 12%, collezionando incrementi su tutti i settori del Web 2.0, i media italiani hanno registrato in sette anni una perdita sui ricavi del 17% , pari a 3,2 miliardi di euro.
Come in una reazione a catena, la perdita dei ricavi ha palesato il vero grande problema del mercato mediale italiano: il deficit d’investimenti nella ricerca di nuove modalità di produzione del valore. Ancorati alle logiche tradizionali, i media italiani hanno iniziato a scommettere troppo tardi sulle potenzialità delle rete, lasciando ampio margine di guadagno ai New Media, quasi mai italiani.
Il globale andamento negativo del mercato pubblicitario italiano e la scarsa penetrazione di Internet tra gli abitanti del Bel Paese, sono due dati correlati che vanno imputati ai media stessi, i quali non sono stati in grado di evolversi e di educare il proprio pubblico ad un utilizzo della Rete che andasse a loro vantaggio.
Mentre Facebook e Twitter già da tempo attirano come magneti la quasi totalità delle notizie (e quindi della pubblicità) che viaggia sulla Rete, incrementando così ogni giorno il proprio valore commerciale, gli editori e le media company italiane stanno facendo fatica a comprendere come il futuro dell’informazione e della pubblicità viaggi ormai solo sulla Rete.
Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori del Politecnico di Milano, invita gli imprenditori mediali italiani ad affrettarsi e a recuperare il tempo perduto nel campo dell’innovazione, investendo nella ricerca di nuove modalità di distribuzione di contenuti informativi e di conseguenza di advertising. In questa rincorsa al futuro, secondo Rangone, determinate, necessaria e vantaggiosa sarà la contaminazione con il mondo delle start-up.
Francesco Frisone
Francesco Frisone, nato nel 1994 a Roma. Frequenta la facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Pavia, è allievo IUSS e alunno dell’Almo Collegio Borromeo. Ha frequentato la London School of Journalism nell’estate 2014 e ha lavorato per l’Ufficio del Sindaco Depaoli a Pavia nel 2015. Si interessa di media, politica e campagne elettorali.