Il nuovo romanzo di Harper Lee: ritorno voluto o frode a danno di un’anziana?
Nel 1960 fu pubblicato To Kill a Mockingbird, celeberrimo e finora unico romanzo della statunitense Harper Lee, premiato con il Pulitzer nello stesso anno. Tradotto in 40 lingue – e uscito in Italia col titolo Il buio oltre la siepe – fu usato dall’autrice per raccontare l’Alabama degli anni ’30 – la sua Alabama – incentrandosi sulle dolorose dinamiche del razzismo dilagante di quegli anni. Dopo l’enorme successo dell’opera, e le difficoltà che l’autrice pare ebbe nel sopportarlo, il silenzio.
Alcuni mesi fa, poi, le prime indiscrezioni, presto confermate: Lee – oggi 88enne e costretta sulla sedia a rotelle, da tempo residente in una casa di riposo anche a causa di gravi problemi a vista e udito – è prossima alla pubblicazione del suo secondo romanzo, prevista per il 14 luglio.
Va premessa la storia bizzarra di questo nuovo manoscritto – intitolato Go set a Watchman –, che pare sia stato ritrovato dall’avvocato dell’autrice soltanto tre mesi fa, in quanto rifiutato dal primo editore circa sessant’anni prima e da allora abbandonato a se stesso fra le carte della scrittrice. Ancora: il nuovo romanzo, scritto ancor prima del precedente, pare ne fosse addirittura la prima stesura, orbitante attorno alle vicende della stessa protagonista, Scout – bambina ne Il buio oltre la siepe e adulta in questa prima versione –, e ancora attento alle tematiche razziali. Curiose e comprensibili sono state le reazioni di amici e conoscenti della scrittrice, da subito dubbiosi all’idea che la donna – da anni affetti da comprovata demenza senile – possa avere consapevolmente autorizzato una nuova pubblicazione. Parrebbero a tal proposito illuminanti le confidenze che un’amica dell’autrice riportò al Corriere della Sera alcuni anni fa: “Non mi sottoporrei di nuovo per tutto l’oro del mondo alle pressione e alla pubblicità arrivate dopoIl buio oltre la siepe”. Affermazioni che effettivamente ben si combinano col silenzio tanto cercato negli anni (si pensi alla biografia della Lee scritta da Marja Mills, proposta come autorizzata e rigettata con forza dalla scrittrice) e di certo stridono con quest’imminente e celebrata pubblicazione.
Le tante incertezze hanno quindi reso necessario l’intervento di Joseph Borg, direttore della commissione di sicurezza dell’Alabama – che tra l’altro si occupa di frodi finanziarie perpetuate ai danni di anziani –, il quale – come riportato dalla Bbc – ha in questi giorni dichiarato: “Abbiamo chiuso il fascicolo. Diciamo solo che era in grado [la Lee] di rispondere alle nostre domande in modo soddisfacente”. Caso chiuso, quindi, con la conferma che sì: Harper Lee, nonostante la sordità, le vista carente e l’ictus del 2007 – che pare già da allora ne abbia indebolito le facoltà psicofisiche – è perfettamente consapevole di ciò che sta per succedere e, anzi, viene descritta come se ne fosse addirittura lieta.
Senza voler azzardare ipotesi complottiste eccessivamente audaci, è legittimo interrogarsi sul perché la Lee – nei tanti anni di perfetta consapevolezza psicofisica – non abbia mai optato per la pubblicazione di un romanzo già finito, decidendo di farlo solamente ora, più di sessant’anni dopo. Quali che siano le reali dinamiche che si agitano dietro una situazione così poco chiara, è lecito aspettarsi che il romanzo attirerà facilmente l’attenzione dei lettori.
Veronica Secci
Veronica Secci, nata a Cagliari nel 1993. Frequenta la facoltà di Lettere presso l’Università di Cagliari. Ha vinto la finale regionale del MArteLive Festival per la sezione Letteratura e partecipato alla Biennale di Roma nella stessa sezione. Coltiva la passione per la scrittura creativa e il giornalismo di inchiesta.