Il film su Amy Winehouse presto in Italia
Tra pochi giorni saranno passati quattro anni dalla scomparsa di Amy Winehouse. Il 23 luglio 2011 la notizia fu sconvolgente, ma non inaspettata e l’artista inglese venne paragonata al club 27, ovvero a quel gruppo di miti della musica come Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison che, oltre all’indiscusso talento, ebbero in comune la stessa età al momento della morte: 27 anni, così come Amy. Per celebrare un anniversario più lieto, quello della sua nascita (14 settembre 1983), solo il 15, il 16 e il 17 settembre verrà proiettato nelle sale italiane il docu-film di Asif Kapadia già presentato all’ultimo festival di Cannes, intitolato AMY- The girl behind the name. Il regista, già premiato per il precedente Senna dedicato al campione di Formula Uno Ayrton Senna, si è posto la domanda: “Come può una persona morire così al giorno d’oggi? Non si è trattato di un episodio improvviso: in qualche modo sapevamo che sarebbe potuto accadere perché Amy stava percorrendo quella strada”.
Per scavare nella vita della Winehouse, Kapadia ha voluto partire dai testi delle sue canzoni. “Tutto quello che dovevamo fare era svelare quei testi. Questa per me è stata la vera rivelazione: la scrittura di Amy. Tutti sanno come cantava, ma forse solo pochi si rendono conto di quanto scrivesse bene. Ha scritto testi e musica: tutto era suo”. Se ci pensiamo sono bastati solo due album per creare il mito di Amy Winehouse anche prima della sua morte, in un’epoca in cui si macinano canzoni e artisti in modo molto rapido rispetto agli anni a cui si ispirava stilisticamente la ragazza londinese (’50-’60). Frank, il primo album, datato 2003, venne accolto con favore da critica e pubblico, ma è con il successivo e ultimo lavoro del 2006, Back To Black, che il successo di Amy esplode in modo esponenziale, grazie alla sua voce sorprendentemente “nera” e al recupero di sonorità vintage con l’aggiunta di una freschezza contemporanea che molte altre cantanti hanno provato a imitare in questi anni. Back To Black, lanciato dal singolo Rehab, che racconta il rifiuto di andare in una comunità per disintossicarsi dall’alcol, vende più di 12 milioni di copie in tutto il mondo e si aggiudica 5 Grammy Awards. La morte, sopraggiunta nella sua casa londinese probabilmente per abuso di alcol, è avvenuta prima della pubblicazione del terzo album, uscito poi postumo il successivo dicembre con inediti e demo con il titolo Lioness: Hidden Treasures.
Il film, del quale vi mostriamo di seguito il trailer italiano, ha suscitato polemiche, in particolare innescate da Mitch Winehouse, il padre, che ha dichiarato che la sua stessa figura, insieme a quelle del resto della famiglia e del management, nel film viene ingiustamente demonizzata, sentendo solo la campana dell’ex marito di Amy, Blake Fielder-Civil, che a detta di Mitch sarebbe il vero responsabile della rovina della figlia per averla introdotta nel mondo delle droghe. Per raccontare la sua verità sull’ultimo tragico periodo della vita dell’artista, Mr. Winehouse starebbe preparando un “contro-film” insieme all’ultimo fidanzato di Amy, Red Traviss. Comunque la pellicola di Kapadia, uscita da pochi giorni nelle sale del Regno Unito, è stata comunque generalmente apprezzata dalla critica anglosassone e ricostruisce la vita di Amy sia attraverso immagini private, tratte anche dal periodo dell’adolescenza, sia mostrando le esibizioni pubbliche della ragazza diventata ormai star del soul. I fan potranno comunque giudicare loro stessi il risultato andando al cinema dal 15 al 17 settembre consultando l’elenco delle sale sul sito www.nexodigital.it.
Redazione
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