Il castello di Zavattarello, la roccaforte inespugnabile dei signori della guerra
di Luigi Caiafa, in Arte, del 17 Giu 2016, 09:20
Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle meraviglie nascoste d’Italia e arriviamo in Lombardia, una regione ricca di fascino e di attrazioni storico-artistiche e paesaggistiche che meriterebbero una maggiore attenzione. Forse non molti sanno che nella provincia di Pavia si erge uno dei più affascinanti monumenti del Medioevo italiano, dimora di potenti nobili, soldati e mercenari, le cui origini risalgono a circa mille anni fa. Sto parlando del castello di Zavattarello, noto anche come Castello Dal Verme, in cui mito e storia si intrecciano.
Zavattarello è un piccolo comune lombardo di poco più di mille abitanti, situato nella zona collinare dell’Oltrepò pavese e incastonato nell’alta Val Tidone.
Costruito su un rilievo a nord dell’abitato, che domina l’intera valle circostante, il castello è un fortilizio compatto, i cui muri raggiungono uno spessore di quasi quattro metri. Il possente complesso architettonico è composto dal ricetto fortificato, la cappella, le scuderie, e comprende una quarantina di stanze divise in vari livelli separati ma collegati da varie scale interne secondarie. Dalla terrazza e dalla torre è possibile ammirare un panorama incantevole tra verdi campagne, immensi boschi e tanti altri castelli sparsi sulle colline della regione.
L’edificio più antico risale al X secolo ed è menzionato su diplomi imperiali di Ottone II nel 971 come parte dei possedimenti della vicina abbazia di San Colombano, uno dei più importanti centri monastici medievali d’Europa.
Nel 1169 il castello cadde nelle mani della città di Piacenza e fu teatro di aspre diatribe tra i ghibellini Landi e i guelfi Scotti. Un secolo dopo il vescovo di Bobbio infeudò Zavattarello al grande razziatore Ubertino Landi, uno dei più illustri esponenti della nobile famiglia Landi, che fortificò la rocca rendendola inespugnabile.
Verso la fine dell’epoca medievale, negli anni della crisi dell’autorità papale, del cosiddetto Scisma d’Occidente, il castello passò, con il consenso del vescovo di Bobbio di papa Bonifacio IX, sotto l’egida del capitano di ventura Jacopo Dal Verme e divenne sede di una delle principali scuole di guerra di tutta l’Europa. Il dominio dei nobili Dal Verme durò fino al 1975.
Circolano numerose leggende sul castello, alcune delle quali raccontano di strani avvenimenti e inquietanti presenze che aleggiano nelle sale dell’antico maniero, come quella di Pietro Dal Verme, avvelenato dalla sua seconda moglie Chiara Sforza il 17 ottobre 1485.
Oggi il castello è aperto al pubblico e ospita all’ultimo piano il Museo di arte contemporanea “Giuseppe e Titina Dal Verme”, istituito nel 2003, che conserva opere dell’arte italiana dalla seconda metà del Novecento a oggi.
Luigi Caiafa
Luigi Caiafa nasce in Puglia nel 1985. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte antica presso la Sapienza, Università di Roma, inizia un percorso di formazione in ambito editoriale. Da gennaio 2016 collabora con la casa editrice Historica e la rivista online Cultora.