Il caso giuridico del documentario su Aretha Franklin
Il documentario su Aretha Franklin diretto da Sydney Pollack, la cui premiere doveva svolgersi all’International Film Festival di Toronto (TIFF), è stato vietato dagli avvocati della Franklin a causa di un problema legislativo. Pollack aveva già iniziato a lavorare per il film, intitolato Amazing Grace, quando nel 2008 morì, per cui il suo progetto venne portato avanti e concluso dal produttore Allan Eliott.
Gli avvocati della Franklin dichiarano che la cantante aveva dato a Pollack il permesso di filmarla a condizione però che nulla sarebbe stato rilasciato a fini commerciali senza il suo consenso. Per questo motivo, qualche settimana dopo la cancellazione del programma di proiezione al Telluride Film Festival da parte degli avvocati della Franklin, anche al TIFF viene imposto il divieto di proiezione di quel film. Uno degli avvocati della cantante, Jon D. Cantor, ha detto che persino un’altra proiezione prevista per il Chicago Film Festival a ottobre è già stata cancellata. Sembra proprio che le possibilità di vedere questo film prossimamente siano senza dubbio molto scarse.
La dichiarazione rilasciata dal TIFF diceva: “Siamo veramente rammaricati che il pubblico di Toronto non potrà vedere questa straordinaria opera d’arte. I filmati presenti nel documentario sono un vero tesoro cinematografico della musica del XX secolo e speriamo che il pubblico di tutto il mondo possa avere l’opportunità di vedere questo film una volta trovata una soluzione.”
Da ciò si capisce che non è possibile reprimere la delusione di non poter vedere questa, come il festival la definisce, “opera d’arte”. Ma soprattutto, com’è possibile che un film sia riuscito ad arrivare così lontano − ottenendo una premiere in uno dei festival più importanti − senza che prima si giungesse a capo di questo problema trovando una soluzione?
Redazione
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