I tipi da fiera del libro
Le fiere del libro sono un’occasione importante per gli editori per conoscere, parlare e confrontarsi con i propri lettori, non sempre però l’incontro con i clienti è un momento piacevole, tra le tante persone che si fermano allo stand c’è una percentuale – nemmeno troppo piccola – di veri e propri “tipi da fiera del libro”.
Partecipare cinque giorni come espositore alla Fiera del libro di Torino permette di imbattersi in questi personaggi che suscitano nell’editore sentimenti contrastanti: dallo sconcerto alla tenerezza, dalla perplessità allo sgomento ma alcuni (solo i migliori) riescono a sorprendere con veri e propri guizzi di genialità lo staff della casa editrice al completo.
Al primo posto il lettore compulsivo: arriva allo stand, guarda tutti i titoli, prende un libro in mano e inizia a leggerlo, letteralmente. Si ferma per almeno dieci minuti davanti allo stand leggendo almeno trenta pagine del libro senza che nessuno possa intervenire in tackle – perdonate la metafora calcistica – strappandogli con virulenza il libro dalle mani.
Poi c’è il lettore da libreria, viene in fiera, osserva i libri, sembra stia per acquistarli fino a che arriva la fatidica domanda: “lo trovo anche in libreria?” “sì però qui lo trova scontato” risponde affranto l’editore, “grazie ma preferisco comprarlo in libreria”.
Altro tipo è il lettore da bancomat “avete il bancomat?” chiede, se la risposta è negativa scuote il capo dispiaciuto dicendo “peccato, non ho contanti altrimenti lo avrei acquistato” e se ne va. Ma, se l’editore risponde “nessun problema, può pagare anche con la carta di credito” il genio fornisce una risposta che non lascia spazio a repliche “ora cerco mio marito/mia moglie che ha il portafoglio”.
Un tipo particolarmente fastidioso è il lettore che tocca i libri, li apre, se li gira tra le mani, piega la copertina, sfoglia con foga le pagine, effettivamente rovina i libri per poi non acquistarli.
Quest’anno a Torino una new entry, il feticista della costa, prende quattro-cinque volumi in mano, osserva con attenzione le coste dei libri, si toglie addirittura gli occhiali per essere più concentrato e scegliere il testo con la costa giusta (in realtà sono tutte uguali), le speranze dell’editore sembrano sfumare ma poi… il colpo di scena, il feticista della costa stupisce tutti e acquista un libro, bravo.
Categoria molto frequente nelle grandi fiere, soprattutto a Torino, i lettori da proloco che scambiano lo stand per un punto informazioni: “scusi dove trovo il bar?”, “dov’è lo stand h14?”.
Un ruolo importante tra i tipi da fiera del libro è ricoperto dal lettore ipster (no, non è un refuso, scrivo ipster senza h perché è più hipster) che non acquista libri ma partecipa alle fiere del libro perché è una cosa indubbiamente hipster.
C’è poi il lettore confuso che arriva allo stand chiedendo “siete voi l’editore di Aristide Baccheretti?” autore ovviamente mai sentito da nessuno della casa editrice o addirittura inesistente.
Non possiamo poi non citare lo specialista, si presenta allo stand sicuro con richieste specifiche: “avete un libro sull’astrologia sumera del 4000 a.C.?” o “avete una monografia sull’arte moldava dal 1870-1890?”.
Infine il lettore bomber quello più amato dagli editori, arriva allo stand osserva i libri, ne sceglie 3-4 senza proferire parola e porge la banconota da 50 euro per pagare.
Senza di lui sarebbe la fine, per tutti gli altri c’è la fiera della porchetta.