Facebook, il tasto “dislike” ora arriva davvero: tutto quello che c’è da sapere
Alla fine anche il Divo Zuckerberg ha ceduto alle esigenze degli utenti. L’acclamato tasto “dislike” diventerà presto realtà su Facebook, come ha ammesso lo stesso fondatore del più popolare social del mondo: “Oggi è il giorno in cui finalmente iniziamo a lavorarci”.
A differenza del 99% delle idee introdotte dai programmatori di Facebook nel corso degli anni, questa non ha granché di geniale, visto che si tratta in sostanza di assecondare solleciti ormai in voga da anni sul web. Probabilmente per svecchiare Facebook e tenerlo il più possibile sulla cresta dell’onda, il buon Marc avrà voluto tenersi l’asso nella manica fino ad ora, visto che dal punto di vista tecnico dalle parti di Harvard impiegheranno 3 minuti per effettuare questa rivoluzione tecnica.
Non si tratta, però, dell’unico motivo per cui non era ancora stato considerato fino in fondo. Dare la possibilità a miliardi di persone di manifestare un unico genere di apprezzamento semplifica infatti non poco la “complessità” delle interazioni e della manifestazione dei propri stati d’animo. “Mi piace” la tua foto con dietro le cascate del Niagara, “mi piace” che il tuo cagnolino faccia qualcosa di divertente, “mi piace” che il tuo ragazzo ti abbia regalato un solitario. Ma come la mettiamo quando di ritorno dalle cascate del Niagara becchi una multa per eccesso di velocità? O quando il cagnolino si ammala? O quando al ragazzo non vorresti indirizzare altro che uno schiaffone ben assestato? Il like a quel punto potrebbe essere a dir poco fraintendibile. E allora ecco che questo nuovo bottone potrebbe fare da apripista a tanti altri tasti in grado di aumentare il bouquet di sensazioni che si possono provare alla vista di un contenuto condiviso da un utente.
Altro problema di “programmazione”: come si collocherà questo disapprezzamento nell’economia dell’algoritmo che governa il social? Se un mio post becca 5 like e 14 dislike è più popolare, e quindi comparirà sulle Home di molte più persone, oppure finirà in fondo alla gerarchia perché ciò che conta è quanto di bello circoli sulla piattaforma? Probabilmente nessuna delle due ipotesi. Si opterà per delle interazioni “neutre”, che non tengano conto della quantità, o almeno non tanto quanto il valore “matematico” di un like.
Cose che agli utenti interessano poco, s’intende. Molti di loro saranno solo ben felici di poter riempire di “non mi piace” gli status di Francesco Sole, o Selvaggia Lucarelli, o Matteo Salvini. Ecco, fossimo in un mondo normale sapere che anche su un social ci possa essere la possibilità che un nostro contenuto venga bombardato da negatività aiuterebbe senz’altro a limitare la pubblicazione di insignificanze. Ma a occhio e croce per riscoprire i freni inibitori su Facebook dovrebbero introdurre ghigliottine virtuali, anziché dislike.
Daniele Dell’Orco
Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.