Editoria, la crisi continua: in cinque anni persi il 32% dei ricavi e 4500 posti di lavoro
L’editoria italiana è in crisi. Ma questo lo si sapeva già da tempo. L’Italia non è un paese di lettori. E non siamo di certo noi a dirlo, ma i dati Istat sulla lettura, pubblicati pochi mesi fa su tutti i principali quotidiani nazionali, che hanno rivelato un quadro sconcertante: nell’ultimo anno solo quattro persone su dieci hanno letto almeno un libro per motivi non scolastici o professionali. Più della metà degli italiani, dunque, non legge libri e parallelamente non compra più quotidiani cartacei, la cui diffusione continua a calare (-33% negli ultimi cinque anni e -9% rispetto al 2014).
Da un’analisi condotta da R&S Mediobanca sui primi nove gruppi editoriali italiani emerge una situazione critica: i ricavi aggregati nell’ultimo quinquennio hanno segnato una flessione del 32,6%. Si sono persi, in sostanza, 2 miliardi di euro, pari a quasi un terzo del fatturato 2011. Una perdita che si è riversata soprattutto sul mercato del lavoro. Le minori vendite hanno, infatti, ridotto l’occupazione che si è ridimensionata del 24,8%, penalizzando a vari livelli circa 4.600 dipendenti nel quinquennio 2011-2015.
Le uscite più consistenti sono avvenute in Rcs Mediagroup (2200 di cui 600 in Francia) e ne Il Sole 24 Ore (726 di cui 436 relativi al ramo software ceduto nel 2014) mentre Cairo Editore è stato l’unico a riportare un incremento degli organici e del fatturato.
La riduzione degli organici in termini percentuali riguarda principalmente operai (-36%) e impiegati (-30%) rispetto a quanto avvenuto per i giornalisti (-11,5%). I ridimensionamenti più rilevanti in quest’ultima categoria sono stati operati da Il Sole 24 Ore (-17%) mentre Espresso e Mondadori hanno registrato rispettivamente un -8% e un -9%.
Il calo della forza lavoro – rileva R&S – è stata parte di una più ampia azione di contrazione di contenimento dei costi che è da quantificarsi nel 33% tra il 2011 e il 2015 con una riduzione del 43% del costo della carta e del 35% degli altri costi, tra cui quello della distribuzione.
Redazione
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