Ecco perchè in Italia si vendono pochi ebook
L’iniziativa “Un libro è un libro”, promossa dall’Associazione italiana editori, per ridurre l’iva sugli ebook dal 22% al 4% (regime agevolato di cui usufruiscono i libri cartacei), sta raggiungendo in questi giorni un’ampia visibilità grazie alle migliaia di condivisioni sui social network e alla campagna virale a cui hanno aderito centinaia di scrittori, giornalisti, addetti ai lavori – ma anche lettori – facendosi fotografare con una pila di libri e il pollice verso il basso.
Si tratta di una battaglia di civiltà, non si capisce perché un libro in formato elettronico debba avere una tassazione superiore del 18% rispetto a un testo cartaceo.
In realtà, se il governo abolirà l’iva al 22% sugli ebook, assisteremo a un piccolo sconvolgimento del mercato editoriale (o almeno così speriamo). Nel definire il pricing degli ebook le grandi case editrici oggi motivano i prezzi assolutamente ingiustificabili (superiori ai 10 euro) con l’alta percentuale dell’iva.
Basta leggere la classifica degli ebook più venduti su Ibs per renderci conto di questo fenomeno: Camilleri a 9,99 euro; Wilbur Smith a 12,99; Camilla Lackberg a 11,99; Ken Follet 12,99.
Se per un libro cartaceo un prezzo superiore ai 10 euro è più che giustificato, per un ebook non si comprendono le motivazioni e i bassi prezzi applicati dai piccoli e medi editori sono una dimostrazione.
Come si definisce il prezzo di un libro cartaceo e quello di un ebook?
Nel prezzo di un libro cartaceo incide il costo di stampa, i diritti d’autore (che oscillano tra il 5 e il 10%) e soprattutto la distribuzione con una percentuale tra il 55 e il 62% sul prezzo di copertina.
Per gli ebook non ci sono costi di stampa, le spese di distribuzione oscillano tra il 30 e il 40% e l’unica voce maggiore sono i diritti d’autore che raggiungono anche il 20%. Quali sono i costi per un editore per produrre e distribuire un ebook? Praticamente nulli. Come si giustificano quindi prezzi superiori ai 10 euro? Non con l’iva al 22% come vogliono farci credere i grandi editori bensì con un ragionamento molto semplice. In Italia, secondo i dati AIE, la percentuale di ebook venduti incide circa il 3% del mercato, poca cosa se paragonata alle percentuali dei paesi esteri (soprattutto anglofoni). I grandi editori preferiscono tenere i prezzi alti aumentando il guadagno su un singolo ebook venduto piuttosto che favorire una politica “popolare” con prezzi accessibili che permettano di raggiungere più lettori.
Quali sono le reali cause che stanno impedendo agli ebook di diffondersi in Italia come negli altri paesi industrializzati?
L’iva al 22% è solo uno specchietto per le allodole (nonostante, lo ribadiamo, ben venga l’abbassamento al 4%), le cause sono più gravi e strutturali.
Innanzitutto la scarsa propensione alla lettura: nel nostro paese si fatica a leggere un libro su carta, figuriamoci un ebook. Più di un italiano su due non legge nemmeno un libro l’anno e chi legge un libro al mese è considerato un “lettore forte” (piuttosto che un “lettore normale”).
In secondo luogo il celebre digital divide che separa l’Italia dalle altre nazioni europee con una scarsa conoscenza delle nuove tecnologie da parte di un’ampia fetta della popolazione.
La maggioranza dei lettori nel nostro paese sono over 50, persone che in molti casi hanno difficoltà a utilizzare un computer, immaginate ad acquistare un ebook.
Last but not least la mancanza di una precisa strategia volta a diffondere realmente gli ebook tra i lettori. Intorno al mercato del libro cartaceo ci sono ancora troppi interessi (tipografi, distributori, corrieri, librerie, editori) per smembrare un settore che va avanti con logiche e dinamiche rimaste pressoché immutate dal dopoguerra a oggi (anche se negli ultimi anni qualcosa sta iniziando a muoversi).
Dati alla mano, secondo il “Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2014” presentato all’Aie in occasione della Buchmesse di Francoforte, “il mercato del libro oggi non si è solo ridimensionato. Si è progressivamente trasformato”. Nel 2013 in Italia sono stati pubblicati 30.382 ebook che hanno inciso il 3% del mercato editoriale. Nonostante una crescita delle vendite del 43% rispetto all’anno precedente e una disponibilità di ebook in commercio che ha superato i 100mila titoli (100.524 per la precisione), il mercato di libri digitali in Italia è ben poca cosa rispetto agli altri paesi occidentali.
Leggendo il rapporto “Do readers dream of Electronic Books?” 2013 presentato da Bookrepublic in collaborazione con a.t. kearney nell’annuale evento “IfBookThen”, emerge che nel Nord America il 22% dei lettori è passato dal libro cartaceo all’ebook. In Inghilterra già nel 2013 il 15% della popolazione leggeva ebook, una percentuale ben diversa da quella italiana.
“Un libro è un libro”, siamo d’accordo, ma se vogliamo una reale comparazione tra libro cartaceo ed ebook, oltre a chiedere l’abbassamento dell’iva iniziamo a compiere un reale cambiamento del mercato editoriale.
Francesco Giubilei
Francesco Giubilei (Cesena, 1992), direttore editoriale di Historica edizioni e Giubilei Regnani Editore, ha fondato il quotidiano online di informazione culturale www.Cultora.it. Laureato in Lettere Moderne e in Cultura e Storia del Sistema Editoriale, ha partecipato alla Summer School della London School of Journalism. Editorialista del quotidiano La Voce di Romagna, di cui è stato anche responsabile marketing, cura un blog su “Il Giornale” e “Linkiesta”. Docente al Corso di Editoria di Roma e Milano dell’agenzia letteraria Herzog, è stato inserito nel “Catalogo dei viventi” dal Corriere della Sera. Ha pubblicato cinque libri, l’ultimo nel 2015 con Odoya “Leo Longanesi. Il borghese conservatore”. Sito internet: www.francescogiubilei.it
“La maggioranza dei lettori nel nostro paese sono over 50, persone che in molti casi hanno difficoltà a utilizzare un computer, immaginate ad acquistare un ebook.”
Ci sono degli over50 che per queste parole potrebbero spezzarti le gambine, occhio Giubilei