Così il social reading sta cambiando l’editoria
Che i social media avessero conquistato il ruolo di alimento base nella nostra dieta mediatica, questo l’avevamo capito da un pezzo. Che sia nato grazie ai social networks un nuovo modo di leggere un libro e quindi di pubblicarlo, invece, ancora dobbiamo assimilarlo del tutto.
Il social reading sta cambiando a poco a poco l’industria del mercato libraio e coloro che sostenevano che i social media potessero segnare la fine dell’editoria stanno, anch’essi a poco a poco, rivedendo le loro opinioni.
La comunicazione letteraria ha inglobato il mondo social e oggi gli editori si servono dei social media per commercializzare i loro prodotti, costruire comunità fidelizzando i lettori, creare un marchio solido e affidabile.
I meno convinti si domandano se i social media possano davvero fare la differenza, se attraverso questi canali sia effettivamente possibile favorire la conversazione con i lettori e consolidare la reputazione di un editore, o se l’utilizzo di Facebook, Twitter o YouTube non si riduca invece ad un equivalente pubblicitario di una brochure del catalogo. Tutto sta ovviamente nell’uso che se ne fa.
Feltrinelli e Mondadori, leader italiani del settore nell’utilizzo di social media, hanno compreso che una valutazione dell’impiego dei social media non può tenere solo conto del traffico da essi generato, ma deve guardare soprattutto alla creazione di una comunità interattiva.
Ma soprattutto Feltrinelli e Mondadori hanno compreso cosa non bisogna fare sui social media: vendere i libri. Le due case editrici sono così riuscite a creare una comunità attiva e coinvolgente, a consolidare il proprio brand e a creare un canale di comunicazione immediata con i lettori.
Per entrambe le case editrici si riscontra la tendenza a diversificare l’utilizzo dei social network e dei contenuti condivisi in base all’obiettivo che si vuole ottenere. Facebook è utilizzato per la promozione commerciale e la creazione di comunità interattive, Twitter per il canale di comunicazione rapido ed immediato con l’utente, Youtube per la condivisione di booktrailer.
L’attività principale e più coinvolgente, su tutti i social, ruota intorno alla condivisione di citazioni di libri in catalogo, capaci di dare vita anche a migliaia di interazioni successive, di coinvolgere i lettori, di farli interagire tra di loro in base alle esperienze di ognuno. È la citazione il cuore del social reading.
Quindi i social media permettono la formazione e il mantenimento di un numero illimitato di piccole comunità, ognuna organizzata intorno a un tema relativamente preciso. Ciò permette agli editori di commercializzare contenuti rilevanti per queste comunità in modo più efficace.
Condividendo il contenuto giusto al pubblico giusto, gli editori possono stimolare l’interesse dei loro seguaci e aumentare il traffico. Sarà poi lo stesso pubblico a condividere i contenuti, e questo è fondamentale per il successo.
Francesco Frisone
Francesco Frisone, nato nel 1994 a Roma. Frequenta la facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Pavia, è allievo IUSS e alunno dell’Almo Collegio Borromeo. Ha frequentato la London School of Journalism nell’estate 2014 e ha lavorato per l’Ufficio del Sindaco Depaoli a Pavia nel 2015. Si interessa di media, politica e campagne elettorali.