Così Google aiuta gli editori europei: nasce Digital News Initiative
Una stretta di mano che potrebbe cambiare le sorti del giornalismo, quella che si è consumata virtualmente il 28 Aprile scorso tra Google e otto dei principali editori europei, che hanno annunciato una partnership con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di un ecosistema di informazione sostenibile e promuovere l’innovazione nel campo del giornalismo digitale.
Da questa stretta di mano nasce Digital News Initiative (DNI), uno studio paneuropeo che vede la collaborazione di Big G, Les Echos (Francia), FAZ (Germania), The Financial Times (Regno Unito), The Guardian (Regno Unito), NRC Media (Paesi Bassi), El Pais (Spagna) e Die Zeit (Germania), La Stampa (Italia).
Tutto ciò avviene a pochi giorni dall’accusa rivolta dall’UE a Google per abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca online e a pochi mesi dalla chiusura di Google News in Spagna, a causa di alcune leggi che tutelano i produttori di contenuti.
Del resto Big G ha sempre sostenuto di non aver alcuna intenzione di soppiantare il giornalismo o produrre contenuti propri. Non è un caso che il colosso di Mountain View già dal 2013 supporta il Reuter Institute Digital News Report e il progetto tutto francese Digital Pushing Innovation Found, per un ammontare di oltre 60 milioni di euro l’anno.
Ma DNI sembra essere molto di più. Una vera e propria arca dell’alleanza, che potrà finalmente dare una svolta al dibattito sulla futurologia del giornalismo. È ormai chiaro infatti che il giornalismo di qualità non può prescindere dall’innovazione tecnologica. Un’innovazione che deve soprattutto avere l’obiettivo di monetizzare gli sforzi editoriali, perché solo un giornalismo economicamente indipendente, può fare con onestà quel lavoro di informazione, critica e costruzione della realtà che è chiamato a fare.
I marchi editoriali hanno un estremo bisogno di accelerare le competenze digitali per i loro business e hanno fatto quello che era più naturale fare: chiedere a chi ne sa di più. Per questo motivo Google collaborerà con i partner europei agendo su tre campi: lo sviluppo del prodotto, il supporto dell’innovazione, la ricerca e la formazione, per un totale di 150 milioni di euro in tre anni.
C’è fiducia sul fatto che questa collaborazione possa condurre ad una migliore esperienza per l’utente, che deve essere messo nella posizione di valutare i contenuti originali e supportare modelli di accesso a pagamento.
Stona però una nota, una brutta macchia sulla pagina bianca di Google. Questo sforzo profuso per l’innovazione digitale del giornalismo stride notevolmente con le polemiche su Google News Cina, che, secondo alcuni siti cinesi, sarebbe modellato sulle esigenze della censura del governo di Pechino. Una questione che dalla California dovranno prima o poi affrontare, per amore della verità.
Francesco Frisone
Francesco Frisone, nato nel 1994 a Roma. Frequenta la facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Pavia, è allievo IUSS e alunno dell’Almo Collegio Borromeo. Ha frequentato la London School of Journalism nell’estate 2014 e ha lavorato per l’Ufficio del Sindaco Depaoli a Pavia nel 2015. Si interessa di media, politica e campagne elettorali.