Confronti tv: “In Mezz’Ora” da record. Ma è una bufala, purtroppo
Non è ancora finita ma vale la pena tirare qualche somma. Anche perché i ballottaggi, dal punto di vista televisivo, fanno storia a se. E partiamo dalla fine. Ieri Lucia Annunziata aveva una bomba in mano ma in pochi se ne sono accorti, anche se qualcuno stamattina cantava (inutilmente) vittoria. Questi i numeri: la prima sfida, quella di Torino, tra Appendino e Fassino è stata vista da 1.125.000 ascoltatori, per il 7,47% di share; Giachetti-Raggi, ovvero il confronto più atteso, è stato visto da 1.428.000 per 10,10% di share; la sfida tra i “gemelli diversi”, Sala-Parisi, per Milano ha fatto 1.074.000 telespettatori per l’8,39%.
I numeri sono buoni, per carità. Il fatto è, però, che il programma di Lucia Annunziata mediamente sta sempre intorno al milione di telespettatori. Dunque, a essere onesti e sapendo leggere i numeri, si registra solo il picco della sfida Raggi-Giachetti che ha regalato quei 400mila telespettatori in più, ma non si può parlare di record (come purtroppo qualcuno si è avventurato dopo aver letto i dati Auditel ma senza aver fatto alcuna comparazione). È uno dei mali moderni: fare dichiarazioni senza studiare nulla e senza conoscere i dati (che pure ci sono e sono disponibili per tutti).
Dunque, la Annunziata aveva la bomba in mano e, anziché lanciarla, ha stretto il pugno per farsela scoppiare in mano, finendo così per attutirne gli effetti. Anche la Rai, va detto, non è che avesse pubblicizzato i tre confronti più di tanto. Una forma di pudore francamente incomprensibile se non fosse addirittura controproducente. SkyTg24, che ha ospitato il confronto tra tutti i candidati finora e annuncia le sfide finali praticamente “a loop” da giorni, non si sta risparmiando. E in tutto questo va rimarcato che la formula “americana” applicata dai giornalisti del colosso Usa ha reso i confronti finora piuttosto soporiferi. Cosa che, ad esempio, non è accaduta dalla Annunziata, la quale rendendosi garante del corretto svolgimento della trasmissione, ha reso i confronti aperti e sciolti, dandogli certamente più ritmo e quindi molto più televisivi. E questa è la cosa che rende il tutto ancora più antipatico, perché l’ex Presidente Rai, che di certo non è mai stata il prototipo del personaggio tv perfetto, ha condotto molto meglio di quanto riescono a fare a Sky tra regole e cavilli. Per inciso, da questo punto di vista anche loro sprecano il proprio potenziale.
Detto questo, la Rai avrebbe potuto rendere l’appuntamento di ieri pomeriggio un tantino più spettacolare. Avrebbe potuto creare un po’ di attesa in più. Avrebbe dovuto mettere il confronto su Roma alla fine e non al centro. Oppure inserirlo in testa. Cercare insomma di creare l’evento televisivo, cosa che in Rai fanno ormai una volta all’anno, per il Festival di Sanremo. Il che è davvero poco. Il che è davvero triste.
Rapido excursus sugli ascolti delle varie “maratone” a margine del primo turno delle elezioni amministrative: il cosiddetto “re” del genere, Mentana, nonostante le ore piccole – che gli valgono giusto qualche scampolo di share in più – in termini assoluti non è arrivato nemmeno a novecento mila telespettatori (881.000 e il 7,49 di share), insomma, l’ennesimo caso di vulgata che asserisce qualcosa che poi nella realtà non si verifica minimamente. Meglio di tutti ha fatto, tanto per cambiare, Vespa con 1.750.000 e il 15,6% di share. Meglio di Mentana quella sera ha fatto pure lo Speciale Tg3 con 1.056.000 e il 9,6%. La sera dopo, sempre sulle elezioni, “Ballarò” ha fatto 974mila telespettatori (4,47%) e “diMartedì” ben 1.347.000 telespettatori e il 7,29% di share. Ormai Floris batte facile Giannini, e lo fa soprattutto adesso che Raitre ha cambiato di molto la natura di quel talk show. E forse lo batte proprio per questo motivo.
Gennaro Pesante
Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.