Come Amazon sceglie i testi per la sua nuova libreria

di Federica Colantoni, in Letteratura, del 7 Nov 2015, 09:30

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Il 3 novembre apre a Seattle Amazon Books, la prima libreria di Amazon che, come annuncia il comunicato stampa, vuole essere “un’estensione fisica di Amazon.com”.
Dopo vent’anni di vendita esclusivamente online, l’azienda di Bezos decide di radicarsi nel territorio aprendo una libreria fisica che va ad aggiungersi alle migliaia già presenti nel Nord America.

Una libreria “in carne e ossa” che non esclude la sua identità digitale e popolare, riproposta tra le mura dell’edificio di Seattle mantenendo l’ideologia alla base di Amazon: offrire al pubblico ciò che esso stesso chiede. Con coerenza vengono scelti i libri cartacei da esporre e vendere nel bookstore: circa 6000 volumi selezionati basandosi sugli ordini dei clienti, sui loro giudizi e recensioni, sulla popolarità conquistata su Goodreads senza tralasciare, ovviamente, le classifiche di vendita e le valutazioni dei curatori.

La firma di Amazon sono le recensioni degli utenti, che in Amazon Books sono riportate in una targhetta museale sotto i libri stellati, rigorosamente posizionati di piatto e non di costa, per offrire al libro una maggiore visibilità e al lettore una ricerca più confortevole. Il contesto nuovo ma in cui vive lo spirito “tradizionale” di Amazon non sconcenterà l’abitué dello store online, che anzi sarà bendisposto anche per la politica dei prezzi concorrenziali di Amazon Books, gli stessi del web.

Analogamente alla catena di librerie Foyles, in Inghilterra, Amazon Books è anche uno spazio dove la tecnologia assume grande importanza, in cui sono esposti tutti i device del marchio.

Contemporaneamente, in Italia, Amazon firma un accordo con Giunti che permetterà a tutte le librerie indipendenti di esporre e vendere l’e-reader Kindle Paperwhite.

Federica Colantoni

Federica Colantoni nasce a Milano nel 1989. Laureata in Sociologia all’Università Cattolica nel 2013, pochi mesi dopo inizia il percorso di formazione in ambito editoriale frequentando due corsi di editing. Da dicembre 2014 collabora con la rivista online Cultora della quale diventa caporedattrice. Parallelamente pubblica un articolo per il quotidiano online 2duerighe e due recensioni per la rivista bimestrale di cultura e costume La stanza di Virginia.