Ciao ciao Perego, ma nessuno risponde a tono ai veri boss della tv
di Gennaro Pesante, in Blog, Editoria, Media, Recensioni, Televisione, del 21 Mar 2017, 17:00
La vera notizia, quella che nessuno ha dato con la giusta considerazione, è stata il tweet sprezzante del marito-manager della conduttrice Paola Perego, Lucio Presta, che ha scritto: “Programma chiuso. Raiuno è salva, ora accanitevi su altro. Buona giornata della felicità. Ai politici che hanno urlato purtroppo ora tocca ritornare a lavorare per davvero”. Come per dire: siete contenti?! Ora andate a occuparvi di altro. E qui nessuno, leggasi: nessuno, politici compresi, che abbia alzato il dito per chiedere conto a questo signore di tanto disprezzo nei confronti di un servizio pubblico verso cui dovrebbe portare un minimo di rispetto. E invece la dichiarazione infelice c’è stata e senza alcuna sanzione, né reazioni di sorta. E questo perché sono loro i veri padroni della tv, gli agenti delle cosiddette star e le agenzie di produzione. Padroni e spesso anche titolari di vistosi conflitti di interesse, dato che non sfugge a nessuno che Paola Perego, oltre che conduttrice Rai è anche la moglie di Lucio Presta. E allora, se è sacrosanto mettere i politici sotto la lente tutte le volte che le loro scelte sfociano in conflitti di interesse, per lo stesso motivo il marito-manager forse non dovrebbe mettere piede in Rai. Oppure, al contrario, la Perego non dovrebbe poter lavorare per la tv pubblica. O no?!
Ebbene, se tutto è consentito e/o tollerato, si immagina che anche l’ultimo utente che paga il canone della televisione abbia il diritto a non vedersi propinare l’immondizia che è stata elargita a oltre un milione di telespettatori lo scorso sabato. Con oltre il 10% di share! Si dirà che per fortuna gli ascolti di “Paliamone sabato” erano bassi, la metà del competitor Verissimo su Canale5 ma, con tutto il rispetto per quella commerciale, per la tv pubblica anche lo 0,1% di share dovrebbe essere trattato con i guanti bianchi! Quindi non è corretto dire che quel programma avrebbe fatto pochi danni perché visto da poca gente. Un infortunio del genere avrebbe fatto rumore anche se fosse accaduto a Mediaset dove, peraltro, si ha spesso a che fare con il fenomeno domenicale di Barbara D’Urso che alimenta impunemente da tempo tutta una letteratura.
Il punto è che non c’è più la percezione della differenza che dovrebbe esserci tra chi realizzata prodotti per la tv pubblica e chi per quella commerciale/privata. Così accade troppo spesso, per non dire sempre, che le logiche di palinsesto in Rai siano dettate da chi gestisce la raccolta pubblicitaria. Perché, ad esempio, nella fascia pomeridiana su Raiuno e Canale5 vanno in onda due programmi praticamente identici? Perché in questo modo nessuno dei due rischia danni dal punto di vista commerciale. E la qualità di quello che va in onda? Ormai è un tema secondario.
Dunque, davanti a tutto questo, considerata la protervia di chi propina al pubblico questa robaccia e con la magra consolazione della chiusura di un programma di cui nessuno sentirà la mancanza, viene lecito chiedersi quando si assisterà a una seria presa di coscienza. Possibile che le responsabilità non se le debba prendere nessuno? Alla Perego e ai suoi autori (se così possono essere definiti) sarà applicata una qualche forma di censura o domani saranno già al lavoro per qualche contenitore del trash che tornerà a riempire i palinsesti Rai?! Perché tanto lo sappiamo tutti molto bene che al peggio non vi è mai fine.
Gennaro Pesante
Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.