Charlie Hebdo “campione” di libertà d’espressione, ma PEN dimentica i veri giornalisti

epa04549483 (FILE) A file picture dated 19 September 2012 shows Publishing director of the the French satirical newspaper 'Charlie Hebdo', Charb, displaying the front page of the newspaper as he poses for photographers showing cartoons of the Prophet Mohammed in Paris, France. According to news reports on 07 January 2015, several people have been killed in a shooting attack at satirical French magazine Charlie Hebdo in Paris. EPA/YOAN VALAT

Quello che ai vignettisti di Charlie Hebdo è sempre riuscito molto bene è dividere. A 4 mesi dall’attentato che è costato la vita a 12 redattori del magazine satirico parigino, la questione su quale sia effettivamente il messaggio che cercano di inviare a colpi di matita divide ancora. Arriverà oggia New York Gėrard Biard, attuale redattore capo di Charlie Hebdo, per ritirare il simbolico attestato “per il coraggio e la libertà di espressione” (PEN/Toni and James C. Goodale Free Expression Courage Award ndr) che PEN, la prestigiosa società letteraria americana, conferirà al settimanale satirico durante il suo annuale galà nella Grande Mela. Un premio che non ha riscosso un consenso unanime nemmeno tra gli stessi membri dell’associazione. Nelle scorse settimane 6 di loro hanno redatto una lettera per esprimere un forte dissenso verso questa scelta. In pochi giorni, i firmatari della petizione sono diventati 204. Il sunto della missiva è il seguente:

“Il nostro lavoro, nel presentare il premio, è quello di onorare scrittori e giornalisti che dicono cose che devono essere dette, che stanno lavorando attivamente per dirci la verità sul mondo in cui viviamo. E’ un lavoro importante che richiede perseveranza e coraggio. E ciò che fanno a Charlie Hebdo, tra rozze caricature e presa in giro della religione, non è proprio la stessa cosa […] La narrazione degli omicidi di Charlie Hebdo, cioè di europei bianchi uccisi nei loro uffici da estremisti musulmani, alimenta esattamente i pregiudizi culturali che hanno permesso al nostro governo di compiere errori disastrosi in Medio Oriente”.

Il confronto intellettuale sul valore della satira e sulla legittimità di quel tipo di “critica” molto dura che i giornalisti parigini sono soliti fare, arriva con qualche mese di ritardo principalmente per due motivi: primo perché alla luce di un avvenimento tragico non è permesso esprimere pareri diversi dalla solidarietà senza se e senza ma (quando invece oggi pare essere diventato “di moda” condannare le vignette un po’ troppo offensive di CH), e secondo perché il riconoscimento di PEN apre all’interno del mondo giornalistico un confronto anzi, senza mezzi termini, un paragone tra i vari modi di interpretare il mestiere. Quello che i firmatari rimproverano all’associazione letteraria è infatti il criterio base del riconoscimento: perché conferirlo a dei giornalisti che, pur essendo finiti nel mirino (fisico) dei terroristi islamici, hanno nel corso degli anni pubblicato vignette di chiaro stampo “razzista”, contenuti che risultano offensivi per i musulmani che non solo abitano sul suolo francese, ma tentano spesso dal Medio Oriente una disperata fuga verso la “civile” Europa? Perché non assegnarlo a uno dei tanti reporter che ogni giorno nelle zone calde del mondo rischiano la vita non in virtù del loro credo ideologico ma semplicemente perché raccontano la verità?

Mh, bella domanda, perché?!

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Daniele Dell

Daniele Dell’Orco

Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, collabora con vari giornali e siti internet. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”.