#cartabianca vince ma solo facendo “varietà” (e zero servizio pubblico)
di Gennaro Pesante, in Blog, Editoria, Media, New media, Televisione, del 31 Mag 2017, 12:06
Le feste vanno guastate. Quando è il caso. La vittoria di ieri sera di #cartabianca a danno di diMartedì, oltre che episodica, dimostra quanto la Rai abbia perso la sfida del talk show, e soprattutto del talk show in prima serata. Come sempre partiamo dai numeri: ieri Bianca Berlinguer ha visto finalmente il 6,8% di share e un pubblico di un milione e 375 mila telespettatori; Floris comunque è subito dietro con il 5,7% e un milione e 173 mila telespettatori. Prima di analizzare e dimostrare la tesi di cui sopra vanno tenuti in considerazione anche altri numeri, ovvero quelli degli ascolti di appena una settimana fa, quando #cartabianca fece il 2,8% di share (598 mila telespettatori) e diMartedì il 6% (1.229.000 telespettatori).
Come si vede chiaramente c’è poca proporzione tra gli ultimi due risultati della Berlinguer, mentre Floris mantiene le medie di questa stagione. Come si spiega tutto questo? Ieri sera su Raitre c’è stato il ritorno di Flavio Insinna a seguito delle roventi polemiche sui fuorionda trasmessi da Striscia la Notizia e tutto il caos che ne è generato (e che peraltro era nato proprio da un’intervista che lo stesso Insinna aveva tenuto sempre nello stesso programma lo scorso 21 marzo con risultati di ascolto non particolarmente apprezzabili: quella sera #cartabianca si era fermato al 4,1% di share).
Come sappiamo, tra la prima e la seconda intervista c’è stato il “drammatico” salto dal discorso sul “Paese gentile” alla “nana di merda!”. E nel mezzo quelli di Striscia che con i fuorionda di Insinna hanno fatto ottimi ascolti, così ottimi da riverberarli – senza volerlo, forse – fino a Rai3, perché è evidente che ieri sera si è creato l’effetto “evento” per il ritorno in tv del conduttore dei “pacchi” per la tanto attesa autodifesa.
Eh vabbè, tutto passa, specie in tv dove – sarebbe bene ricordarlo e spiegarlo ai telespettatori più giovani – la “finzione” è regola. E quindi, mai prendere troppo sul serio un attore/presentatore che fa discorsi “seri”, così come andrebbero prese con le molle le parolacce dello stesso personaggio che, almeno dietro le quinte, avrà pure il diritto di perdere la calma e, perché no, essere addirittura se stesso.
Detto questo, il talk show di Bianca Berlinguer finora ha perso sistematicamente contro il concorrente de La7, anche in serate importanti per l’informazione come quella dedicata all’attentato di Manchester, dove #cartabianca ha fatto meno del tre per cento. E non è un bel segnale: la Rai perde con l’informazione e vince col varietà, si potrebbe dire. Di sicuro è quello che è accaduto per il programma dell’ex direttore del Tg3. Il che dimostra, una volta ancora, che il format del talk show inteso come riempitivo di segmenti di palinsesto, che a volte sostituisce impropriamente anche l’informazione “ufficiale” – cioè quella fatta dai telegiornali – non convince il telespettatore medio che probabilmente si aspetta, soprattutto dalla Rai, un approccio diverso proprio all’informazione. Il risultato di #cartabianca è certamente positivo. Resta qualche dubbio sul contenuto: a cosa serve sapere se Flavio Insinna è buono o cattivo?! Sicuramente alimenta il personaggio, ma è bottino miserevole per il trascurato e spesso bistrattato pubblico della tv generalista. Almeno ora che si paga di più il canone qualche sforzo di “servizio pubblico” andrebbe fatto.
Gennaro Pesante
Gennaro Pesante, nato a Manfredonia nel 1974. Giornalista professionista, vive a Roma dove lavora come responsabile dei canali satellitare e youtube, e come addetto stampa, presso la Camera dei deputati.