Black Mirror ribalta le regole: la serie TV si trasforma in una trilogia di libri
di Valeria Giuffrida, in Serie tv, del 19 Giu 2017, 09:28
Una serie TV cult e un nuovo formato: il libro. Black Mirror, nata sul canale britannico Channel 4 e poi sbarcata su Netflix, cambia medium e passa alla carta. Lo scorso 13 giugno lo showrunner Charlie Brooker ha annunciato la trilogia ispirata alla serie: “Storie tutte nuove da autori entusiasmanti, che prospettiva gioiosa!” ha scritto. La casa editrice Penguin Random House non ha ancora reso noto l’elenco degli scrittori che comporranno la raccolta di racconti. L’unica cosa certa è che saranno nomi eccellenti del genere sci-fi e che lo stesso Brooker farà da curatore.
La trasposizione cinematografica di opere letterarie è talmente diffusa che da anni a Hollywood si parla di crisi artistica degli sceneggiatori. Ma se il processo contrario, dalla pellicola alla carta, sembra insolito, in realtà è più comune di quanto si pensi. Da E. T. L’Extraterrestre ai Gremlins, sono stati molti i tentativi di rifacimenti letterari. Tutti andati male, inutile negarlo. Se da un lato si tenta di richiamare in libreria interi fandom, come nel caso della serie di libri su Star Trek di Alan Dean Foster, dall’altro si finisce per sfornare prodotti precotti. Due casi su tutti: I Pirati dei Caraibi e Atto di Forza. Nel primo, quel che viene meno è la forza trainante della serie, ovvero Johnny Depp. Senza la sua mimica, la voce, la personalissima interpretazione di Jack Sparrow, le storie di pirati sono semplici storie di pirati. Nel secondo caso abbiamo un paradosso: Atto di Forza, già tratto da un racconto di Philip K. Dick, diventa un romanzetto in cui Piers Anthony non fa altro che narrare la stessa identica storia vista al cinema.
Scelte editoriali quantomeno discutibili ma anche prevedibili. Se si chiede ai lettori se sia meglio leggere prima il libro o vedere il film, la quasi totalità risponderà che la lettura viene prima. Questo perché, a differenza di un film, il libro dà la possibilità di far lavorare la fantasia, immaginare luoghi e personaggi che potranno poi trovare conferma o magari anche deludere sul grande schermo. Raccontare cose già viste, in definitiva, non ha granché appeal. Ecco perché queste operazioni commerciali non sono mai una buona idea. Ma Black Mirror è diverso, ha tutte le carte in regola per diventare un successo anche in libreria. Il motivo principale è che si tratta di storie inedite. L’altro è l’essenza stessa della serie: la seducente paura che ci fa lo “specchio nero”, lo schermo che ogni giorno ci assorbe tramite computer, smartphone, televisione. Uno specchio di Alice verso un’altra realtà, simile alla nostra ma migliore, in cui ognuno può avere il suo “quarto d’ora di celebrità”, e che la serie TV ha saputo analizzare meglio di chiunque altro, mostrandoci un ventaglio di futuri distopici terrificanti. Una visione “oltre”, dove al netto dei vantaggi tecnologici, restano i sentimenti base dell’essere umano: solitudine, egoismo, cattiveria.
Stessi ingredienti di successo e una nuova forma di storytelling, ecco perché Black Mirror cartaceo potrebbe rivelarsi un’ottima idea. Anche la campagna pubblicitaria presenta la stessa impronta, satirica e sprezzante. Lo si può capire dalle parole di Brooker, in cui sostiene che i racconti “appariranno in un nuovo formato high-tech conosciuto come ‘libro’. A quanto pare, dovete solo guardare una specie di ‘codice di inchiostro’ stampato su carta, e immagini e suoni appariranno magicamente nella vostra testa, riproducendo la storia. Mi sembra inverosimile, ma vedremo”.
Il primo volume uscirà a febbraio prossimo, già prenotabile su Amazon. Per gli altri due si dovrà aspettare l’autunno del 2018 e del 2019. Ma la serie continua anche in TV, con la quarta stagione che verrà diffusa su Netflix alla fine di quest’anno.
Valeria Giuffrida
Valeria Giuffrida, nata a Catania. Ha studiato Lingue e Comunicazione. Blogger, appassionata di narrazione e mescolanza tra linguaggi comunicativi, ha frequentato diversi corsi nel settore del teatro, del cinema, della radio, della scrittura creativa. Ha collaborato per due anni con Step1 magazine, occupandosi di cultura, cronaca, interviste, video inchieste. Insieme ad un gruppo di studenti del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, ha fondato Smanews, progetto radiovisivo di informazione e satira.