Black Mirror nella realtà: in Cina il sistema per valutare i cittadini con un rating social

C’è un articolo a firma Davide Piacenza che su Rivista Studio criticava Black Mirror, la serie distopica la cui terza stagione è stata prodotta da Netflix: “La serie distopica di Charlie Brooker è meno profonda e rivelatrice di quanto vorrebbe essere, anzi banalizza il presente, eliminandone le complessità”, recita il catenaccio del pezzo. Noi di Cultora, al contrario, la reputiamo tra le migliori serie tv di sempre, e il motivo è presto detto: è una denuncia. Black Mirror è un manifesto contro la miopia. Iperbolico, certo, ma incredibilmente futuribile. E il futuro in questione, per contraddire il pezzo di Piacenza, potrebbe essere più vicino di quanto si possa immaginare.

Una giovane informatica russa di base a San Francisco, Eugenia Kuyda, amministratrice delegata della startup Luka, ha recentemente sviluppato un sistema di intelligenza artificiale con un obiettivo apparentemente piuttosto ambizioso: resuscitare i defunti. Attraverso le sue conoscenze nel campo delle macchine pensanti, ha creato una app simile agli assistenti vocali di Apple o Android, in questo caso per simulare una conversazione con una persona passata a miglior vita. Un progetto visionario e piuttosto angosciante, da far impallidire persino gli autori della celebre serie televisiva Black Mirror, che nel primo episodio della seconda stagione, dal titolo Be Right Back, affrontano in modo provocatorio proprio il medesimo tema. Quando si dice “la realtà supera la finzione”.

Diretto riferimento a un episodio della terza stagione, Caduta Libera, è invece ciò che sta succedendo in Cina, dove il governo vuole introdurre un nuovo programma, Sesame Credit, che misura l’obbedienza alla linea di partito e al patriottismo. Come fa? Semplice: attinge ai post e alle storie pubblicate sui social network. Gli esempi forniti dall’Independent parlano chiaro: se qualcuno posta immagini di piazza Tien An Men (ancora simbolo di protesta, dal 1989, ancora considerato molto caldo), o qualche articolo di critica sulla politica economica del Paese – basta anche solo condividere un post sul crollo delle borse – allora non è un buon cittadino. Il suo ranking scenderà.

Al contrario, se invece si condividono le notizie di partito e si approvano le nuove leggi e le nuove riforme dello Stato, allora anche il rating dei cittadini sarà più alto. Ma non è tutto così ovvio: il punteggio sale anche se si comprano scarpe da lavoro, o prodotti agricoli locali (tutto merito dello spirito patriottico) e scenderà invece se si utilizzano prodotti da importazione (nel caso peggiore, dal Giappone).

La cosa peggiore, cioè quello che rende questa applicazione davvero pericolosa, è che avrà anche effetti sulla realtà: il punteggio del bravo cittadino sarà decisivo nel momento in cui si dovranno assegnare case, rilasciare passaporti, concedere prestiti (ma questo, ahinoi, è cosa che funziona anche in Occidente, e da tempo). Più è in alto e più sarà avvantaggiato. Al contrario, il cattivo cittadino avrà una banda più stretta, minor scelta lavorativa, molte più seccature burocratiche. Addirittura, i cittadini migliori, per non perdere punteggio, dovranno tenersi alla larga dai cittadini peggiori. Gli effetti, insomma, saranno anche sociali.

Basterà poco tempo allora perché i due gruppi, i buoni e i cattivi, si dividano anche dal punto di vista geografico: i quartieri “bene” e i quartieri “male” saranno sempre più semplici da distinguere, e saranno sempre più distanti. Quello che in Occidente fa il censo, in Cina lo farà l’obbedienza al partito.

Daniele Dell

Daniele Dell’Orco

Daniele Dell’Orco è nato nel 1989. Laureato in di Scienze della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, frequenta il corso di laurea magistrale in Scienze dell’informazione, della comunicazione e dell’editoria nel medesimo ateneo. Caporedattore del sito Ciaocinema.it dal 2011 al 2013 e direttore editoriale del sito letterario Scrivendovolo.com, da febbraio 2015 è collaboratore del quotidiano Libero, oltre a scrivere per diversi giornali e siti internet come La Voce di Romagna e Sporteconomy.it. Ha scritto “Tra Lenin e Mussolini: la storia di Nicola Bombacci” (Historica edizioni) e, sempre per Historica, l’ebook “Rita Levi Montalcini – La vita e le scoperte della più grande scienziata italiana”, scritto in collaborazione con MariaGiovanna Luini e Francesco Giubilei. Assieme a Francesco Giubilei, per Giubilei Regnani Editore, ha scritto il pamphlet “La rinascita della cultura”. Dal 2015 è co-fondatore e responsabile dell’attività editoriale di Idrovolante Edizioni.