Banksy in mostra a Roma: quando l’anticonformismo diventa convenzionale
Ieri a Roma è approdato Banksy, il più celebre ed eversivo street artist contemporaneo. Fino al 4 settembre Palazzo Cipolla, in Via del Corso, ospiterà la mostra War, Capitalism & Liberty, organizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro e curata dal gallerista londinese Acoris Andipa e da Stefano Antonelli e Francesca Mezzana, con circa 150 lavori dell’artista e writer inglese, tutti provenienti da collezioni private o gallerie.
Secondo il quotidiano la Repubblica, “era inevitabile che anche Banksy fosse esposto in uno spazio pubblico con tutti gli onori, come il più convenzionale dei pittori.” Ed è proprio questo aspetto che tende a entrare in contrasto con lo spirito rivoluzionario dell’arte di Banksy. Se si pensa a uno dei suoi elementi distintivi, ossia alla sua abilità di entrare nei musei più importanti del mondo e appendere sue opere tra le altre già presenti, l’allestimento di una mostra da parte di terzi corre il rischio di sancire probabilmente la fine di un modello e di una visione artistica mirata al rifiuto del conformismo, l’annullamento di un intento provocatorio che ha da sempre caratterizzato le sue opere, così come il suo modus operandi, in clandestinità e in luoghi non facilmente accessibili, ma di profondo impatto politico e mediatico: dai murales sulla barriera di separazione israeliana, costruita dal governo israeliano nei territori della Cisgiordania, ai Rats, i famosi ratti che hanno infestato grandi città come Londra, Parigi e New York.
Le opere dell’anonimo artista (forse Robin Gunningham di Bristol, come ipotizzato da alcuni) all’interno di una mostra, di un museo, rischiano di perdere quell’energia dirompente che ha da sempre contraddistinto i suoi lavori anticonvenzionali tra le strade del mondo, quella capacità di racchiudere in una sola immagine un intero discorso. Rischiano senz’altro di esaurire tutta quella carica rivoluzionaria prodotta dalla sua arte, ironica e feroce allo stesso tempo, in cui messaggio e contesto sono imprescindibili e inseparabili.
Luigi Caiafa
Luigi Caiafa nasce in Puglia nel 1985. Dopo aver conseguito la laurea magistrale in Archeologia e Storia dell’arte antica presso la Sapienza, Università di Roma, inizia un percorso di formazione in ambito editoriale. Da gennaio 2016 collabora con la casa editrice Historica e la rivista online Cultora.