Art in Pills: Moretto e l’Assunzione della Vergine
di Viviana Filippini, in Arte, Blog, del 29 Apr 2018, 11:06
L’Assunzione della Vergine nella pittura giovanile del Moretto
Oggi vi parlo di un quadro che si trova a Brescia, nel Duomo_vecchio. Mi sto riferendo a L’Assunzione della Vergine, la pala dell’altare maggiore della chiesa.
Il quadro è un olio su tela (472×310 cm) realizzato dal Moretto (all’anagrafe Alessandro Bonvicino), uno degli artisti più importanti per quanto riguarda il Rinascimento pittorico bresciano. Con lui si ricordano sempre Romanino e Savoldo.
Il soggetto della tela dai colori sgargianti e brillanti è l’Assunzione in cielo della Vergine Maria, perché la chiesa è dedicata proprio all’Assunta e a questo momento della vita della madre di Gesù. Guardando la tela essa può essere divisa in due piani. Uno è quello spirituale collocato nella parte superiore del quadro, dove sta la figura della Vergine. Se la guardiamo notiamo come lei fluttui in cielo appoggiata sulle morbide nuvole.
La sua è un salita al Divino, sottolineata anche dal volto e dagli occhi rivolti verso l’alto. La figura indossa una veste rossa con mantella verde. Quest’ultima, unitamente al velo bianco che ricopre il capo della Vergine, è mossa da un lieve vento che fa capire il moto ascensionale in atto. A circondare Maria ci sono quattro angeli con indosso delle vesti nelle quali si notano gli stessi colori dell’abito di Maria.
La parte inferiore, quella terrena, è delimitata in modo netto dalla fascia di cielo azzurro e brillante. In essa si trovano gli apostoli. Tutte le figure dipinte hanno il viso barbuto e il colore diverso delle barbe ci permette di capire le loro diverse età. Ogni figura indossa delle tuniche colorate e dei mantelli che ricadono con pieghe nette e decise, dando senso di pesantezza e corposità del materiale. Tanto è vero che guardandole ho penato alla consistenza del velluto.
Anche se di queste figure maschili non vediamo in modo netto l’anatomia, quei pochi particolari che si scorgono (braccia e gambe) evidenziano corpi dalla presenza solida e compatta. I muscoli sono tesi a segno delle forti emozioni e della devozione dei protagonisti per l’importante momento al quale stanno assistendo.
L’insieme umano terrestre sembra essere un po’ scomposto, gli undici apostoli contemplano a modo loro l’evento al quale stanno partecipando e questo senso di piccolo disordine potrebbe derivare dal caos emozionale scatenato dell’evento miracoloso. Segno della potenza divina.
Osservando la gestualità degli apostoli si nota come le braccia di alcuni di loro si rivolgano al cielo. Azioni che puntano a direzionare lo sguardo dello spettatore verso la scena centrale (assunzione della Vergine) della pala d’altare.
Certo è che le molte figure sono pigiate le une accanto alle altre, in uno spazio quasi troppo piccolo per contenerle. Tutti i soggetti presenti sono possenti, caratterizzati da una forte plasticità, tipica della pittura del Rinascimento. Basta pensare alle anatomie michelangiolesche e anche alla pittura di Tiziano. Forse Moretto vide le opere di Tiziano durante i suoi viaggi a Venezia e potrebbe anche aver conosciuto l’artista quando realizzò nel 1520 il Polittico_Averoldi, collocato nella Collegiata dei Santi Nazaro e Celso a Brescia.
L’Assunzione della Vergine è un’ opera della fase giovanile del Moretto, nella quale è evidente una ricerca ancora in corso della plasticità e dell’equilibrio cromatico che caratterizzeranno la produzione pittorica matura di uno dei padri del Rinascimento pittorico Bresciano. Fondamentale è l’influenza che questa pale ebbe su altri artisti a lui coevi e successivi.