Art in Pills: il viaggio nel Novecento d’arte di Vittorio Sgarbi
di Viviana Filippini, in Arte, Blog, del 14 Lug 2019, 10:27
Nei due tomi editi da La Nave di Teseo, Vittorio Sgarbi ci accompagna nelle diverse manifestazioni artistiche italiane del XX secolo
Vittorio Sgarbi, sì è vero lo vediamo spesso in tv in diverse trasmissioni a esprimere opinioni su tematiche di vario tipo. Vittorio Sgarbi, dicevo, ha fatto a noi lettori un interessante e prezioso dono. Mi sto riferendo ai due volumi dedicati alla storia dell’arte italiana del XX secolo: Il Novecento. Vol. 1: Dal futurismo al neorealismo e Il Novecento. Vol. 2: Da Lucio Fontana a Piero Guccione,edito da La Nave di Teseo.
I due tomi sono importanti, perché permettono a tutti i curiosi appassionati di arte o ai neofiti del settore, di conoscere e addentrarsi nell’arte del Bel Paese nel periodo che va dal 1900 fino ai giorni nostri.
Volume1: tra futurismo e neorealismo
Il primo volume Il Novecento. Vol. 1: Dal futurismo al neorealismo è un dettagliato reticolo delle diverse tendenze artistiche di gruppo e singole che caratterizzarono l’arte italiana dal movimento fondato da Marinetti (il Futurismo) fino alla pittura neorealista, che mise le sue radici con il Fronte Nuovo delle Arti nell’immediato periodo post bellico.
Scorrendo le pagine del primo tomo, con introduzione di Franco Cordelli, ci imbattiamo nei pittori Labronici, nella scultura di Adolf Wildt, nel futurista di prima fase Boccioni, nella plasticità dura e primitiva di Arturo Martini, nel fare arte Metafisica dei fratelli De Chirico (Giorgio e Alberto) e del loro amico De Pisis, che dipingeva nature morte con soggetti presi dal vero, già minati dai segni del decadimento del tempo e colti nella loro intimità più pura.
Non mancano riferimenti a quegli artisti che dopo gli-ismi ritornarono all’ordine e troviamo la monumentalità delle figure umane di Carrà, Morandi, Sironi. Accanto a loro la pittura di Adriana Pincherle e la ricerca costante di Virgilio Guidi che lo porterà a studiare in modo perenne il rapporto luce, forma e colore e a firmare, nei primi anni ’50, il manifesto dello Spazialismo di Lucio Fontana. Accanto a lui la pittura tormentata di Pirandello e la neorealista di Renato Guttuso.
Un inizio secolo ricco di sperimentazione, di attaccamento alle radici del passato e di una volontà di guardare ai movimenti artistici fuori dai confini, per recepire gli imput per rinnovare l’arte italiana.
Volume 2: da Fontana a Guccione
Il viaggio nella storia dell’arte però non si ferma, e nel secondo volume di Novecento. Vol. 2: Da Lucio Fontana a Piero Guccione, con prefazioni di Angelo Guglielmi e Italo Zannier, il viaggio continua, incessante, tra la pittura più vera del vero di Sciltian, che con i due fratelli Bueno (Xavier e Antonio) e Pietro Annigoni fondò il movimento della Pittura del gruppo di pittori moderni della realtà. Non mancano la scultura di Giacometti o i colori intensi delle opere di Lalla Romano, artista e scrittrice (e non fu l’unica a dedicarsi alla narrativa o poesia).
Dopo il 1945 furono quindi diverse le tendenze artistiche italiane che, da una parte, portarono alcuni artisti a continuare con una pittura figurativa, la quale andava a indagare la realtà circostante con una tecnica a tratti primitiva, espressionista, iperrealista. Una pittura che scavava nelle emozioni umane, nei ricordi, nella realtà delle persone, degli ambienti e delle cose. E allora incontri le forme e i colori di Campigli, Ligabue, Balthus, Mattioli, Mazzonis, Cremonini, Gnoli, per fare qualche nome .
Dall’altra, ci sono quegli artisti che si allontanarono dalla figurazione per una maggiore sperimentazione che guardava all’estero come la Pop Art di Schifano. C’è lo Spazialismo di Fontana, il Design che si fa arte, le opere che fanno memoria di Musič , fino alle irriverenti provocazioni di De Dominicis e le vedute marine costanti di Piero Guccione, nelle quali lo sguardo dell’osservatore si perde, perché come dice l’Infinito di Leopardi, per certe visioni“il naufragar m’è dolce in questo mare”.
I due volumi de Il Novecento di Vittorio Sgarbi, editi da La Nave di Teseo sono due opere preziose per i testi e per le immagini presenti in esse, in quanto permettono a noi lettori di scoprire quelle personalità artistiche italiane che non sempre hanno avuto l’adeguata attenzione e riconoscimento nel vasto mondo dell’Arte e della Storia.