Art in Pills: il giovane impavido di Prud’hon
Oggi vi parlo di un artista francese, Pierre Paul Prud’hon, noto pittore romantico francese e abile disegnatore di temi allegorici e acuto ritrattista. In particolare mi vorrei concentrare sull’olio su tela Ritratto di giovane uomo, realizzato dal pittore nel 1800 circa.
Il quadro è un esempio di ritratto fotografico che si concentra con fine attenzione nei confronti del soggetto ritratto. La prima impressione che ho avuto nel vedere questo dipinto è stato come un senso di nascita. Ossia il volto del giovane emerge dall’oscurità per prendere forma precisa e ben definita, mostrandosi agli occhi di noi spettatori. Non ci sono dettagli o fronzoli in questo viso liscio e puro che si impone alla nostra vista e all’esistenza.
Il soggetto dipinto è un giovane uomo, ma guardando bene il protagonista, dal mio punto di vista, lui si trova a vivere la fase di vita adolescenziale dove i suoi tratti somatici sono in trasformazione. Non a caso una delle prime impressioni che ho avuto è che il giovane uomo più che ad un ragazzo assomigli ad un bambino. Affermo questo, in quanto il viso è caratterizzato da tratti somatici molto dolci e delicati, a tal punto che in un primo momento si potrebbe associare questo viso anche a quello di una donna.
A riportarci al fatto che sia un maschio è quel poco che si intravede dei capelli che gli ricadono liberi ai lati del viso, incorniciandolo. Essi non si vedono in modo dettagliato, ma si scorgono, perché la luce che illumina questo giovane uomo si riverbera sopra di essi.
L’altro particolare che fa pensare che il soggetto sia un ragazzo, e lo conferma, è l’abbigliamento del quale noi percepiamo una giacca scura (marrone) a collo alto e una camicia, o forse, una sciarpa di tela leggera che avvolge il collo del ragazzo. Gli abiti denotano anche la sua condizione sociale benestante.
Il giovane dal volto luminoso e illuminato, guarda dritto verso di noi, come se volesse richiamare la nostra attenzione e dirci: “Guardate che son qui, vivo. Esisito”.
Le sue sopracciglia descrivono un arco perfetto e incorniciano due occhi marroni che richiamano la perfetta forma di una mandorla.
La stessa precisione la ritroviamo nel naso piccolo, ma ben proporzionato, e in quella bocca dalle labbra carnose di un rosa vivo e pulsante, come la voglia di vivere che anima tutta la figura.
L’espressione è neutra ma il fatto che il viso dall’incarnato rosato sia leggermente rivolto verso l’alto è il segno tangibile della sua prestanza, del suo orgoglio, del coraggio che anima la gioventù alla ricerca della libertà e del proprio posto nel mondo.
Le pennellate compatte e ben definite permettono a Prud’hon di donarci il ritratto di un ragazzo in fase di crescita, ben delineato per forma e colori, ma ci aiutano anche ad addentrarci nella psicologia emotiva di un giovane uomo impavido e alla ricerca di sé.
Pierre Paul Prud’hon nacque a Cluny, il 4 aprile 1758 a Parigi, e fu un pittore francese romantico e un disegnatore conosciuto per i suoi dipinti allegorici e i ritratti.
L’artista venne influenzato dal Neoclassicismo (lo si nota soprattutto nei disegni) e anche dal Romanticismo.
Tra i suoi estimatori ci furono artisti e scrittori come Stendhal, Delacroix, Millet e Baudelaire che lo appezzarono per i suoi chiaroscuri e per il suo convincente realismo. Tra le sue opera di certo la più nota è la Crocifissione (1822) dipinta per la cattedrale di St. Etienne a Metz , oggi al Louvre. P. morì il 14 febbraio 1823.