Art in Pills e storiuncole libri: La strega. Una storia vera, Madeleine Bavent
di Viviana Filippini, in Blog, Libri, Recensioni, del 18 Giu 2019, 22:14
La strega. Una storia vera, Madeleine Bavent, un viaggio nella testimonianza di una donna accusata di essere una strega
“La strega. Una storia vera” di Madeleine Bavent è una testimonianza importante delle angherie, soprusi e violenze che la giovane religiosa dovette subire dal suo confessore prima e dal curato poi. Siamo nel 1600 e prendendo i voti la giovane Bavent pensava di trovare la pace, invece fu assalita da vere e proprie torture che la portarono a rasentare la pazzia. Uno stato emotivo scosso e incomprensibile per il mondo della Controriforma, che non esitò ad accusare la giovane di essere posseduta dal demonio. La Bavent venne anche sottoposta dai suoi esorcisti a snervanti interrogatori, durante i quali la ragazza ripercorse il suo vivere di terrore e tormento. Il libro pubblicato da edizioni Clichy con testo a fronte in francese e traduzione e curatela di Anna Lia Franchetti, ha al centro della narrazione la storia vera di Madaleine Bavent, una giovane suora nata, vissuta e morta in Francia ai tempi della Controriforma.
I luoghi del fatto
I luoghi dove la vita della Bavent prese sviluppo furono alcune località della Normandia. La giovane fece tappa a Aix-en-Provence (1609-11), a Loudon (1643-47) e infine a Louviers nel 1647, dove entrò in convento come novizia. In questi tre luoghi si manifestò la devianza del vivere religioso, ben diverso e molto più torbido e ambiguo di quello che la Bavent stessa si era immaginata. Sì perché nelle pagine, grazie alla testimonianza della novizia, scopriamo la nascita della sua vocazione religiosa, la scoperta e l’iniziazione alla sessualità, l’iniziazione alle messe nere, gli esorcismi, la prigionia e i suoi ripetuti tentativi di suicidio per sfuggire a colpe imposte da altri.
Indagini brevi per accuse rapide
In breve tempo (10 giorni) le accuse contro la Bavent si concretizzarono e il 12 marzo del 1643 il vescovo Èvereux emise il suo verdetto contro al religiosa accusandola di: “… apostasia, sacrilegio e magia, di essere stata al Sabba e al Convegno di Stregoni…”. La Bavent, del tutto consapevole – così pare- dei propri errori e peccati, fu preda di tormenti corporei (inquietanti sono le pagine dove descrive le sevizie che le fecero i suoi aguzzini) e mentali che la distrussero emotivamente e si salvò dal rogo, però venne condannata a una pena tremenda, segno di quanto possano essere cinici, brutali e cattivi l’animo e il preconcetto umano. La giovane venne incarcerata a vita, nutrita a pane e acqua tre giorni la settimana.
Valore dell’opera a livello umano e storico
Quello che stupisce in queste pagine, oltre alla lucidità con la quale la protagonista racconta il suo vissuto, è l’omertà di chi viveva con lei in convento, quella delle altre religiose che sapevano bene ciò che accadeva tra le mura della comunità religiosa, ma rimasero zitte, in un silenzio agghiacciante e assordante, che permise lo svilupparsi di situazioni di massima depravazione. I fatti in cui la Bavent fu coinvolta non solo la storia di una donna che venne manipolata a tal punto da essere indotta a prendersi colpe che non aveva. Dalle pagine del libro emerge anche l’immagine di una società – quella del 1600- superficiale, che non fece indagini adeguate e dettagliate per individuare i veri colpevoli di quella macchinosa macchina di atrocità e violenze che identificarono il capro espiatorio di tutto nella Bavent. La società religiosa e civile che si dipana nelle pagine del libro è quella che utilizzava violenze (fisiche e psicologiche) su coloro che erano identificati come i debole (donne e uomini) al fine di dimostrare il proprio potere ed esercitare la propria coercizione. Arrivati alla fine di La strega. Una storia vera di Madeleine Bavent non solo si ha la visione dal e del punto di vista di una donna che fu una vittima, ma ci si rende conto di quanto l’ignoranza e il pregiudizio – ieri come oggi- ci impediscano di vedere la verità delle cose.
L’autrice in breve
Madeleine Bavent nacque a Rouen nel 1602. Decisa a prendere i voti, non sapeva che la vita che la attendeva in convento sarebbe stata costellata di torture e sadismi da parte dei superiori. Proprio di queste pratiche «demoniache» fu accusata, per poi essere condannata alla reclusione a vita nelle prigioni di Rouen, dove trovò la morte.
Source: richiesto all’editore. Grazie all’ufficio stampa di Edizioni Clichy.