Arriva la serie tv su Berlusconi: House of Cards in salsa italica o Trono di Spade?
Berlusconi. La sua biografia autorizzata, scritta da Alan Friedman, uscirà il 15 ottobre. E noi saremo qui a leggerla. Ma la macchina della tv si sta già muovendo. Dopo una serie infinita di film, documentari, cortometraggi e stupidometraggi che raccontavano di lui, della sua ascesa alla ricchezza e a potere ora arriva la serie tv. Basata però sulla biografia scritta da Friedman. Una serie tv in cui il protagonista sarà lui, Sua Emittenza Silvio l’indimenticabile.
Che tipo di serie tv sarà? La penna che ha scelto, Alan Friedman, è di certo top quality, uno dei giornalisti più importanti del mondo e rappresentante di quel potere americano che resta il vero potere in questo Paese. Dunque che sapori avrà scelto Friedman per questa storia e conseguentemente per questa serie tv?
Potrebbe magari uscire una serie tv sulla tristezza del potere, come House of Cards. Ma un protagonista Berlusconi troppo politicizzato striderebbe con il Berlusconi gaudente dei tempi della tv che ancora oggi, dopo la lunga traversata politica, emerge dal passato lontano.
Potremmo allora trovarci di fronte ad una serie tv tipo 30Rock, con un Berlusconi ipercapitalista alla Jack Donaghy-Alec Baldwin. Se veramente questo succedesse diventerebbe la serie tv più vista al mondo. Ma temo che la serietà professionale di Friedman ci terrà lontani da questa deriva. Che magari invece a Berlusconi sarebbe piaciuta eccome. Se non per il fatto che Donaghy non è il vero protagonista.
Straordinario sarebbe allora una serie tv epica, come il Trono di Spade, con tutto il suo intreccio di potere, guerre e bordelli. Brunetta che, ovviamente, fa Tyrion Lannister, Verdini che fa Lord Baelish. E ovviamente Gianni Letta come lo scaltro Varys. Il problema è che probabilmente Berlusconi avrebbe potuto rivestire i ruoli di tutti i pretendenti al trono, compresa la regina Daenerys Targaryen. No, non sarà un trono di spade.
Più probabilmente salterà fuori una specie di Dallas rivisitato e corretto. E noi ci accontenteremo.
Alla fine scopriremo che non è mai esistito realmente. Alla fine otterremo la consapevolezza che la sua esistenza è come quella di Odisseo, di Achille o di Enea: mitologica. E che anche l’Omero Friedman forse, in un futuro lontano, non sarà mai esistito se non come figura simbolica. Quello che sopravvivrà saranno le loro storie. Tristi o gaudenti che saranno.